Il racconto della vita

Kristen Philipkoski commenta su Wired la domanda di brevetto presentata dal J. Craig Venter Institute che si riferisce al genoma di un batterio costruito nei loro laboratori. Dice il testo del brevetto:

"a minimal set of protein-coding genes which provides the information required for replication of a free-living organism in a rich bacterial culture medium."

È un passo verso la creazione di una forma di vita non per via "naturale" ma per via "culturale". Al momento, sul sito dell’Institute, non trovo un comunicato stampa che si riferisca a questo fatto. Ma la domanda di brevetto c’è. E ci sono le prime reazioni allarmate. Come quella dell’Etc Group che si interroga sulla vicenda definendo l’Institute come un possibile prossimo monopolista delle nuove forme di vita destinate a nascere in laboratorio.

Il fatto è che questo genere di invenzioni coglie la società impreparata, come dimostra il labirinto giuridico-mediatico-finanziario che Michael Chrichton evoca nel suo ultimo romanzo, "Next", dedicato proprio a queste questioni. Può non piacere, Chricton. Ma poiché siamo in un periodo in cui i confini stessi della vita, il modo in cui la concepiamo, la manipoliamo, la trattiamo, la definiamo giuricamente, umanamente e socialmente, stanno profondamente cambiando, anche un romanzo costruito per diventare un bestseller può essere un segnale da tener presente.

In un mondo nel quale i media possono alimentare i successi finanziari, le paure sociali, le reazioni culturali irrazionalmente ottimistiche o pessimistiche, le responsabilità di chi informa sono enormi. Anche se la loro libertà d’azione appare limitata dai meccanismi abituali della competizione mediatica. E anche se le strutture dei media cambiano a loro volta in profondità.

Forse quest’ultimo è il lato migliore della vicenda: è possibile stabilire un metodo nuovo per raccontare queste vicende, un metodo che sia basato sui fatti e sul racconto interdisciplinare dei fatti, che soltanto può emergere con il contributo di chi si occupa professionalmente di questi argomenti ed è disposto a condividere i suoi pensieri attraverso un medium orizzontale come quello che i blog hanno cominciato a costruire. Il pubblico attivo e il mondo giornalistico ne trarranno giovamento. Migliorando la consapevolezza diffusa nella società.