Marco Zamperini

Paola, Blanca, Rebecca.

Sono uno dei tanti che amavano il vostro Marco. E ora il nostro amore per lui, lancinante, si rivolge a voi. Lo sentite e lo sentirete, ogni volta, per sempre, incontrando uno di noi.

Marco Zamperini è morto a 50 anni. Ha vissuto come un uomo intero.
Comprendeva l'umanità degli altri. Aiutava tutti a tirar fuori il meglio
che avevano dentro. Cercava il senso di quello che faceva. E gioiva di
ogni minuto della sua vita.

Assaporava quella sua vita con tale
partecipazione che il suo modo di raccontarne gli episodi era
leggendario. Non potevi che riviverli: con il suo stupore, la sua
allegria, la sua partecipazione emotiva e razionale.

Le immagini delle storie che Marco raccontava erano più vive delle storie stesse. Il pescatore nel paese spagnolo che raccoglieva il pesce al prezzo di due bicchierini. La signora pugliese che offriva da mangiare sulla spiaggia alle bambine che considerava troppo magre. Il manager tutto d'un pezzo che aveva fatto una gaffe e che solo Marco sapeva prendere in giro senza suscitare altro che simpatia. Gli amici che avevano problemi e che lui trovava sempre il tempo per aiutare. I lettori dei suoi scritti, brevi o lunghi, che ci trovavano sempre qualcosa di incoraggiante. I suoi colleghi di lavoro che si fidavano di lui. Gli studenti che dalle sue lezioni uscivano sempre con l'idea che si potesse fare qualcosa di meglio.

Era l'incarnazione dell'umanità che cerca di migliorare e sa che può farlo. Per questo era perfettamente in grado di spiegare internet: conoscendone ogni aspetto tecnologico la faceva vedere come uno strumento al servizio delle cause più nobili e più pratiche, più divertenti e più innovative. Il suo stile scanzonato era l'unico possibile.

Conosceva internet tanto da vedere in che direzione andava: gli occhi della sua mente erano sempre rivolti in avanti. E chi lavorava con lui imparava a riconoscere la prospettiva giusta per fare progetti.

Lo abbiamo conosciuto perché, fin dall'epoca di Netscape, ha aiutato i primi internettari italiani a connettersi a qualcosa che si potesse capire. E ha continuato a lavorare sulla tecnologia come uno strumento per liberare il meglio della società. Ogni volta che lo incontravi raccontava di qualcuno che aveva fatto qualcosa di speciale. E con lui cominciavi a pensare a una cosa speciale che si poteva fare. Il bello è che poi effettivamente quella cosa speciale si faceva.

Era con noi, in questi giorni, a progettare la nuova vita di Nòva.

Alla Etnoteam, alla Value Team e, oggi, alla Ntt Data Europe: il suo spirito allegramente indomabile non si era mai lasciato incardinare negli schemi aziendali ma nessuno si era mai sognato di poter fare davvero a meno di lui.

Era facile gioire della sua presenza. Sarà impossibile sopportare la sua mancanza.

  • Giulio |

    Conosciuto a delle conferenze da lui splendidamente tenute (mai divertito tanto imparando), e all’ultima ero andato a parlargli, alla fine. Stupito della sua disponibilità e “preso” dalla sua risata eravamo anche finiti a parlare di viaggi. Che persona viva, incredibile. Non ero sicuramente un suo amico e non lo conoscevo bene, ma avendogli parlato si era aperto come se ci conoscessimo ed ero solo un molto più modesto suo “collega” con esperienza ovviamente molto minore della sua. Che uomo, che persona. Aveva ancora tutto davanti e così tanto già dietro di sè. Aveva entusiasmo di un quindicenne e la sapienza di un maestro Jedi. Era amato sicuramente dagli Dei. Che fitta al cuore apprendere (ironia amara della sorta), da “internet”, della sua scomparsa. Che tristezza che tristezza che tristezza. Mi manca la sua figura paterna e gioviale, mai sopra le righe.

  • Paolo Ainio |

    Luca,
    avete scritto tutti delle cose molto belle su un uomo gentile e felice.
    L’unica cosa, forse, da aggiungere, è come fosse evidente che
    quella gentilezza e quella felicità avessero come solida fondamenta
    una famiglia ricca di tanto amore e tanto attenta a quell’amore.
    Paola, ricordati sempre che gli avete fatto vivere una bella vita e che
    questa è la fortuna più grande che un uomo possa mai avere.

  • simo |

    “cercava il senso di quello che faceva” credo si possa riassumere così, una persona davvero straordinaria. ciao marco

  • Manlio Cruciatti |

    Mi associo a questo saluto a Marco. L’ho conosciuto poco, ma mi ritrovo totalmente in queste parole. L’avevo incontrato venerdì mattina e, ancora una volta, mi aveva dato allegria. Mi mancherà… Manlio

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