Prende il via, lunedì 28 luglio, il lavoro della Commissione di studio promossa dalla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, per elaborare – con parlamentari ed esperti – principi e linee guida in tema di garanzie, diritti e doveri per l’uso di internet.
Il contesto storico è molto attivo, con il dibattito che pervade in modi diversi tutti i paesi occidentali sulla neutralità della rete, con le decisioni delle alte corti americana ed europea in tema di privacy e diritto all’oblio, con l’elaborazione di sempre nuovi piani d’azione per aumentare l’accesso a internet e la diffusione della capacità di usare la rete. Ma anche con le crescenti preoccupazioni per la sicurezza e l’invadenza delle agenzie che per garantirla, come la Nsa americana, sembrano continuamente travalicare i limiti della ragionevolezza.
Ogni discussione sulle norme che regolano internet è densa di rischi, perché agisce su un sistema complesso, nel quale ogni elemento coevolve con ogni altro. E proprio per questo è particolarmente importante che l’approccio della Commissione sia ispirato al dibattito sull’Internet Bill of Rights, cioè come dice il nome, si riferisca a temi di metodo, costitutivi se non addirittura costituenti: insomma, si tratta di stabilire i principi fondamentali dei diritti e dei doveri in rete non di scrivere nuove leggi.
Una dichiarazione dei diritti, come appunto il secentesco Bill of Rights britannico, è un modo per indirizzare le successive normative tenendo conto degli equilibri che vanno mantenuti per sviluppare il bene comune della conoscenza rappresentato dall’internet salvaguardando e valorizzando i diritti umani che le diverse interpretazioni della rete possono sviluppare oppure comprimere. Il Brasile ha approvato il Marco Civil. E l’Italia, nel semestre del suo speciale servizio all’Europa, si prepara a contribuire a un tema decisivo per la vita civile.
(L’autore è stato chiamato a partecipare alla Commissione)
Articolo pubblicato su Nòva il 20 luglio 2014