I media in rete modificano il paesaggio mentale. Immergono chi li abita in un’infosfera arricchita di possibiltà e di incertezze. Sicché, anche per questo, come dice il filosofo Remo Bodei, i ragazzi appaiono schiacciati in un iperpresente nel quale possono accedere a una vastissima rete della conoscenza che di per sé però non è fatta per insegnare una prospettiva. Cercano risposte e hanno una sensibilità straordinaria per la purezza di chi ne offrire, ma ovviamente non sempre sanno formulare le domande. Le cercano, apparentemente distratti, fidandosi forse poco del mondo dei grandi, anche perché non trovano facilmente i linguaggi giusti e le porte aperte. Eppure, quelle porte si devono aprire e i ragazzi devono poterle attraversare se la società vuole trovare il suo futuro. È la singola più importante emergenza di questa crisi. Che è tanto profonda e spiazzante da impedire a qualunque persona responsabile di credere che si risolva in un solo gesto politico o economico.
Chiunque avverta un minimo di senso della responsabilità, sente il bisogno di lavorare ogni giorno per contribuire un passo dopo l’altro a ricucire il rapporto tra i ragazzi e la loro prospettiva professionale. La difficoltà che i giovani incontrano è ovviamente inasprita dalla crisi, ma fondamentalmente causata dall’interruzione dei canali di comunicazione, conoscenza, visione e incontro pratico tra i giovani e il mondo delle opportunità.
Andare in giro con un curriculum è oggi spesso frustrante. Ma se i ragazzi potessero incontrare gli imprenditori e le aziende che innovano, i fondatori di startup, gli scienziati nei loro laboratori, per porre domande e conoscere davvero chi sta costruendo il futuro nel loro territorio, forse intreccerebbero relazioni più profonde e a loro volta si farebbero conoscere meglio. Se tutto questo lo facessero con l’immediato scopo di raccontare di quegli incontri agli altri, con la loro voce, su un giornale, allora in molti ne potrebbero trarre giovamento. Un gruppo di grandi innovatori sensibili a questi temi ha deciso di partire da qui, per dare un piccolo contributo. Ci sono i finanziatori. Ci sono i mentor. E c’è Nòva. Questo progetto aprirà una quindicina di porte, in otto città. Tra pochi giorni.