Liberi e sicuri è possibile

Una fiammata riformatoria, nei giorni scorsi, ha attraversato il cielo del web per poi scomparire nella confusione generale. Un codicillo della nuova norma antiterrorismo avrebbe consentito allo Stato di spiare con appositi software tutti i computer, gli smartphone e i tablet. È stato stralciato. Ma ha lasciato ancora una volta l’impressione che se non si sta molto attenti si rischia che passino leggi contrarie alla libertà dei cittadini, soprattutto sul web. D’altra parte, è vero che i riformatori in buona fede vorrebbero poter fare qualcosa per impedire che qualcuno abusi di quella libertà.
Il trade off tra privacy e sicurezza dei cittadini sembra essere diventato una contraddizione insanabile. Sembra cioè che di fronte alla minaccia terroristica, la società debba accettare una riduzione della libertà personale in nome di un aumento della sicurezza.
Secondo Luciano Floridi, il filosofo di riferimento per la comprensione della società dell’informazione, non è necessariamente così. E ne ha parlato alla Biennale Democrazia di Torino in una seguitissma conferenza.
Floridi sostiene che una società può accettare una riduzione della libertà se deve affrontare una crisi acuta: ma ogni misura che vada in questa direzione deve essere temporanea. Se siamo in guerra le regole sono più restrittive, ma quando la guerra è finita le regole tornano normali. Il punto è che la lotta contro il terrorismo potrebbe durare molto tempo e le nuove regole potrebbero diventare stabili. Questo risultato sarebbe di fatto una vittoria del terrorismo: perché avrebbe costretto la società ad abbandonare il suo carattere civile per paura. E allora come si risponde? Floridi suggerisce che la società può decidere fino a che punto accettare una riduzione di libertà o accettare una certa insicurezza. E può pretendere dai politici di agire di conseguenza.
Le nuove piattaforme civiche possono servire a facilitare la democrazia deliberativa. Certo, è un patto sociale di stampo illuminista: ma non è proprio questo il pensiero che si deve difendere dall’oscurantismo terrorista?
Vedi anche:
Giovanni Ziccardi, Internet, controllo e libertà. Trasparenza, sorveglianza e segreto nell’era tecnologica, Raffaello Cortina Editore 2015
Antonio Floridia, La democrazia deliberativa: teorie, processi e sistemi, Carocci Editore 2012
Articolo pubblicato su Nòva il 29 marzo 2015