Editori e Google, momento di realismo

In un momento di slancio vagamente metafisico, Steve Jobs disse: «La verità è nella cloud». Presentava iCloud, che sincronizza tablet, telefoni e computer contando sui dati registrati nella “nuvola”, cioè in un grande datacenter accessibile online.
Certo, i dati non esauriscono il bisogno di informazione. E se “verità” appare una parola troppo forte, di certo si può parlare di “realtà”. I 5 miliardi del business cloud di Amazon hanno contribuito a cambiare il “negozio online” in una “piattaforma commerciale” più adatta alla condizione contemporanea. Le novità introdotte da Facebook e dalle aziende che ha acquisito hanno cambiato le comunicazioni tra le persone. La spinta di Google ha trasformato l’accesso alla conoscenza. In generale le piattaforme digitali hanno radicalmente cambiato lo scenario economico. Gli europei contestano alcuni comportamenti di queste piattaforme, ma per essere competitivi devono imparare a costruirne a loro volta. Questa è la realtà. Chi fa sul serio su internet ha una chance. Traccheggiare, pensando di salvare le pratiche abituali, significa restare indietro.
Gli editori che si sono accordati con Google ne hanno preso atto. Giornali eccellenti – Les Echos, Faz, Financial Times, El Pais, Guardian, Nrc Media, Die Zeit e La Stampa – hanno deciso di partecipare a un’alleanza con Google che ha l’obiettivo di accelerare l’innovazione nel giornalismo di qualità. Google investirà 150 milioni di euro in progetti che sviluppino nuovi modelli economici, contenutistici e organizzativi per il giornalismo digitale. Gli editori avranno tutto da imparare e sperimentare, oltre ad accedere alle conoscenze sofisticate sulla “realtà” della rete che Google testimonia. È un approccio pragmatico al confronto tra le aziende tradizionali e i nuovi giganti tecnologici. Che smentisce anni di contrapposizione piuttosto sterile. E fa i conti con la realtà. Per consentire ai giornali di continuare a cercare, a modo loro, la verità. Resta da vedere se l’alleanza sarà aperta davvero. Non solo ad altri editori, ma magari anche ad altre piattaforme.
Articolo pubblicato su Nòva il 3 maggio 2015
Nel frattempo si sono aggiunti altri editori italiani all’alleanza (fonte Google):
• AdnKronos
• ANES (Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata)
• ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online)
• ilGiornale.it
• Lettera43.it
• QN Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno
• USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)