A Perugia per cercare il senso dei fatti

Il Festival del giornalismo di Perugia è arrivato alla decima edizione. Sembra un’infinità di tempo. Due lustri durante i quali il pubblico ha cambiato abitudini, la tecnologia dei  mezzi si è trasformata, i frame interpretativi sono stati rivoluzionati e i modelli di business del sistema mediatico sono stati stravolti. Il carattere internazionale del festival perugino l’ha messo al riparo dall’eccesso di beghe italiche, il che ha mantenuto il suo contributo culturale e professionale a un livello elevato e graficante per il pubblico e i partecipanti. Facendo emergere accanto alle trasformazioni del giornalismo, un motivo di continuità: qualunque sia il mezzo, lo stile e il modello di business, l’informazione di qualità si distingue per la qualità del metodo con il quale è ricercata, espressa e distribuita. Questa riscoperta – in qualche caso questa scoperta – è forse il dato di maggiore valore emerso dall’evoluzione del mestiere giornalistico dell’ultimo decennio. E ce n’è bisogno. Il pubblico oggi ha modo di accedere a molte più fonti di informazione, di consultare direttamente i comunicati delle istituzioni e delle aziende, di confrontare ciò che si sa in Italia con ciò che si dice all’estero, di valutare le notizie con gli amici e con i pari, ascoltando il parere di esperti e opinionisti più o meno interessati. Tutto questo avviene in un sistema complesso nel quale un interminabile flusso di comunicazioni di qualità diversa si avventano sulla capacità di attenzione di ciascuno e l’ordine è affidato soprattutto agli algoritmi previsti dalle piattaforme più utilizzate. Ma la qualità della documentazione, l’indipendenza di giudizio di chi informa, la completezza dei punti di vista, non possono però essere garantite dagli algoritmi. Emergono da una cultura che riconosce il valore di questo approccio e che dunque ripaga chi lo segua. Se questa consapevolezza fosse davvero il dato emergente, i prossimi dieci anni del festival perugino potrebbero servire a raccontare meno crisi è più successi.
Articolo pubblicato su Nòva il 3 aprile 2016