Industria 4.0 l'urgenza di lunga durata

Di fronte alla grande trasformazione digitale, l’Italia ha reagito in modi diversi. I consumatori hanno acquistato cellulari con entusiasmo. La burocrazia ha preferito una certa flemma, digitalizzando in parte l’esistente senza cambiare la sostanza. Le infrastrutture si sono aggiornate nel disordine delle loro urgenze perenni. Le imprese si sono polarizzate tra gli investitori e i conservatori. Poteva anche andar bene fino a che il digitale era soprattutto una questione di gestione dell’informazione. Ma adesso è questione di manifattura. E per l’Italia non c’è più tempo da perdere. Ne va della sua struttura economica identitaria. Ci vuole azione coordinata. Di solito questo riesce, all’Italia, solo quando il tempo sta per scadere. E sta per scadere. Il che spiega perché in effetti da qualche tempo si assiste a una reazione. La X Commissione della Camera ha svolto un’indagine conoscitiva sull’industria 4.0 arrivando a definire cinque pilastri di politica dello sviluppo: governance, infrastrutture, istruzione, ricerca, open innovation. Alla presentazione del 6 luglio, il ministro Carlo Calenda ha apprezzato e rilanciato dichiarando la volontà del governo di lavorare in squadra per passare dalla teoria alla pratica. E tra la prossima settimana e l’inizio di agosto mostrerà il suo piano d’azione. Al Viaggio nell’Italia che Innova, che fa tappa a Oderzo venerdì 15 prossimo, le imprese eccellenti racconteranno come colgono le opportunità della  trasformazione. E la Confindustria (che controlla Il Sole 24 Ore ed è dunque editore di Nòva), con il presidente Vincenzo Boccia,  sostiene un progetto-paese per coinvolgere nella strategia dell’innovazione non solo i leader ma tutto il sistema industriale italiano. Di certo la manifattura italiana può cogliere l’opportunità. Ma occorre un salto di consapevolezza: non solo tecnica, soprattutto culturale. Perché ci vuole visione di lungo termine. E perché se la manifattura tradizionale era una corsa solidaria, l’industria 4.0 è un gioco di squadra.
Articolo pubblicato il 10 luglio 2016