Innovazione come metafora educativa

In un quartiere come Rifredi, in una scuola problematica, la Fondazione Cr Firenze, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale per la Toscana, ha voluto testare un programma di supporto formativo chiamato “Da Vinci al futuro”. Il format era narrativamente semplice: torna il genio toscano e incontra i ragazzi di oggi per aiutarli a esprimere le loro idee di innovazione a favore della città. In questo contesto narrativo, 100 ragazzi della Scuola e Formazione Lavoro Don Facibeni e dell’Isis Leonardo Da Vinci, appunto, a Rifredi, si sono trovati a collaborare per inventare possibili soluzioni ai problemi della città e raccontarli in video al maestro da Vinci. Gli occhi dei ragazzi erano accesi. La loro partecipazione evidente, nonostante si vedesse che il contesto nel quale si preparano alla vita non è facile. Il loro racconto dell’innovazione tentava di ricondurre il tema alle tecniche che avevano imparato, ma l’esperienza non era sulle conoscenze: era sulle competenze. Stavano lavorando in squadra, stavano elaborando pensieri propri e non ripetendo nozioni, stavano sperimentando un linguaggio narrativo ben preciso e sfidante come il video. Hanno sviluppato idee per ridurre il traffico, diminuire comunque i loro tempi di viaggio per arrivare a scuola, ammodernare a basso costo la rete idrica cittadina. Ma la loro esperienza restava immersa in un contesto duro: «La dispersione scolastica continua a preoccupare sia a livello nazionale che locale» ha detto il direttore della Fondazione, Gabriele Gori: «tanto che in Toscana la
percentuale di giovani che abbandona precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, tocca il 13,4%». E a Rifredi sale ancora, molto. La metafora dell’innovazione si dimostra utile per attivare schemi formativi coinvolgenti, per alimentare le competenze fondamentali: creatività, pensiero critico, problem solving. Gli occhi dei ragazzi lo dimostravano.
Articolo pubblicato su Nòva il 28 maggio 2017