Second Life e la moda

Second Life non ne ha colpa se i media l’hanno incaricata di risolvere problemi e di avere funzioni che non può avere. Se è stata usata per fare pr sui giornali. E se alla fine, con il poco pubblico che la frequenta, il costo delle campagne di marketing approssimative su Second Life è troppo alto rispetto ai risultati. Se quelli di Second Life ci hanno marciato, pazienza: chi non l’avrebbe fatto? Ma di sicuro è un’esperienza che insegna molto: sulle possibilità di un’interfaccia a tre dimensioni, sulle conseguenze dell’anomimato apparente degli avatar, sulla relazione tra un ambiente digitale divertente e la qualità dei progetti che vi si possono realizzare. Penso che il pubblico non sia abbastanza numeroso e che questo dipenda dal fatto che i contenuti sono limitati dalla relativa chiusura dell’architettura (imho). Stefano Vitta si dice ancora convinto che Second Life o quello che ha insegnato abbia un futuro importante. Link: Second Life non è una moda.

  • gluca |

    continuo ingenuamente a credere che SL, finche’ rimane un mondo chiuso e proprietario, non sia altro che un bel netvideogame.

  • Antonio Bonanno |

    Sicuramente non è una moda, così come forse è prematuro parlare di mondi virtuali come “Next Web”, come fa qualcuno.
    Second Life è un’esperienza nuova, che necessiterà del suo tempo per essere capita e sfruttata nel modo giusto (l’approccio e le reazioni dei media continuano a ricordarmi molto quello che successe con il web durante i suoi primi anni di vita).
    E’ sicuramente un grosso campo di sperimentazione: anche a Frontiers of Interaction III, c’era chi faceva notare come siano occasioni perse tutte quelle in cui si cercano di replicare gli schemi a noi conosciuti e familiari, quando la possibilità creativa è tale da permettere quasi qualsiasi cosa.
    E non solo, è anche campo di sperimentazione sociale, come quella che sto seguendo con alcuni giuristi sparsi in giro per il mondo: Metaverse Republic – http://www.metaverserepublic.org – vuole essere un primo esperimento di sistema legale per un mondo virtuale, che potrebbe arrivare, nel mezzo della sua corsa, a diventare un vero e proprio campo di sperimentazione per forme di organizzazione sociale alternativa e ibrida.

  • Davide Tarasconi |

    non è una moda, a causa dell’obiettivamente scarso uso di utilizzatori e delle barriere presentate dei requisiti di sistema e di rete, ma anche io sono convinto che sia solo “fumo”.
    all’interno dell’approccio collaborativo SL rappresenta una sorta di “prototipo estremo” di qualsiasi attività condivisa “esportata” sul web finora.
    la settimana scorsa, ad un workshop al quale ho partecipato, un professionista dell’e-learning, che opera a livello europeo, ha affermato che i mondi virtuali saranno sempre più utilizzati in futuro come piattaforme didattiche avanzate.
    solo un’opinione, d’accordo, ma l’hype generato da SL sta attirando l’attenzione anche da parte di coloro che sapranno sfruttare in maniera più concreta rispetto al presente questo nuovo “gingillo”.

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