Fine dell'email

Il fine dell’email è mandare messaggi che è meglio siano privati. Tutti i messaggi che possono essere pubblici potrebbero essere lanciati con altri sistemi – blog, rss, twitter – risultando meno invadenti. La quantità di mail è assolutamente ingestibile per quelli che lavorano nella comunicazione. Tra un po’ di tempo lo sarà per tutti. Ma sebbene lo si sia pensato da un po’, solo ultimamente questo pensiero sta diventando concreto.

Robert Scoble ne scrive così sul suo Twitter:

Basically this is my gesture to the world: I am not answering my email and I’m not going to start. I’m overloaded. Tweet me. If something really needs to be private than email is great. But most of my email doesn’t need to be private. I always answer things in public space first. Why? Because those communications scale.

Mi pare che si stiano creando le basi di una nuova netiquette. Nella quale tutti sono come al solito orientati a rispondersi. Ma nello stesso tempo cercano di inviare i messaggi usando gli strumenti che risultano più adeguati, tenendo presente non solo la comodità di chi scrive ma anche la comodità di chi legge…

  • Il blocco-note di Markingegno |

    Fine dell’email
    Luca De Biase dice:
    Mi pare che si stiano creando le basi di una nuova netiquette. Nella quale tutti sono come al solito orientati a rispondersi. Ma nello stesso tempo cercano di inviare i messaggi usando gli strumenti che risultano più adeguati (blog…

  • Davide Tarasconi |

    Pensavo ad una cosa simile, vedendo che ormai ho più contatti su Twitter che iscritti al feed del mio blog: utilizzando un apposito plugin per WordPress ad ogni nuovo post mi viene automaticamente inviato un messaggio con link a Twitter.
    La cosa che ho notato è che i primi (pochi, è un blog molto modesto il mio) commenti arrivano molto spesso dai miei “Twitterfriends”, alcuni dei quali sono probabilmente anche iscritti al feed, ma che evidentemente vengono stimolati dalla maggior immediatezza del messaggio tramite Twitter.
    Non c’entra direttamente con il futuro delle email, ma piuttosto con “l’utilità incrociata” (cross-utility?!) dei mezzi di comunicazione su Internet (pubblici e privati, o psudo tali).

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