La professoressa Martha Groom, dell’Università di Washington-Bothell, con Andreas Brockhaus, hanno sperimentato un’idea per dare un nuovo senso alle ricerche degli studenti. Quelle ricerche potrebbero essere pensate come nuove voci per Wikipedia. Lo leggo via Punto-Informatico.
ArsTechnica commenta dettagliatamente l’esperienza. A quanto pare, molti ragazzi hanno reagito bene, sentendosi più coinvolti nel compito che era loro assegnato, perché di fatto la loro ricerca appariva destinata a qualcosa di utile e permanente. Ma Wikipedia non ha gradito molto: la qualità dei contributi degli studenti non è stata giudicata all’altezza. E a quanto pare non c’è stata neppure un’approvazione sul concetto. Anche perché si giudica che il sapere che ancora manca su Wikipedia sia molto limitato e dunque un generalizzato contributo delle scuole e degli studenti non è ritenuto molto utile.
Su questo c’è indubbiamente da dubitare. Considerare il sapere come un insieme finito appare piuttosto assurdo. Ma può darsi che la qualità del lavoro degli studenti non sia sufficiente e che produca un superlavoro per i volontari controllori.
Alla fine della storia si può dire che Wikipedia è più formale di quanto non si aspettasssero Groom e Brockhaus. E persino meno beneducata (Groom non si è sentita trattata con gentilezza dai suoi interlocutori in Wikipedia). Ma si può anche osservare che l’idea di base, dare agli studenti dei compiti che possano essere utili alle verifica del loro livello di apprendimento e allo stesso tempo si rivelino socialmente utili, può essere motivante per i ragazzi. Insomma: una prima intuizione si può sempre migliorare.