Ora.
Un fatto accaduto cento anni fa è accaduto trecento anni dopo di un fatto accaduto quattrocento anni fa. E c'è poco da fare: se Keplero ha scritto a Galileo Galilei una lettera, lo ha fatto quattrocento anni fa. Non cento.
Essere costretti a leggere in un sommario su Nòva che Keplero scriveva a Galileo cento anni fa è un disastro. Ma leggere in un sommario su Nòva che Keplero scriveva a Galileo "esattamente cento anni fa" è un disastro di precisioni cosmiche. Se non comiche.
Del quale ci scusiamo tutti, noi che scriviamo su Nòva, umilmente.
Abbagliati dalle vacanze e dall'abituale precisione, i giornalisti di Nòva si sono fatti scappare un errore blu. Come il cielo – nero – dello spazio infinito. Nel quale appaiono sempre nuovi pianeti. E al quale la mal titolata Nòva dedicava un pezzo che vale lo stesso la pena di leggere. Nonostante l'errore, imperdonabile, del sommario. (Nel pezzo, per fortuna, gli anni sono correttamente quattrocento).
Tra l'altro, oggi, la Nasa parla di un "intriguing planetary system" scovato dal satellite Kepler.