La Vita Nòva non è un prodotto finito e chiuso ma una fotografia della ricerca che i suoi autori, designer e programmatori stanno conducendo con il pubblico che contribuisce, suggerisce e commenta. Grazie a tutti, per questo.
L’iPad, come il web, è un’occasione di revisione della tecnica di scrittura e della presentazione di informazioni. E poiché il tablet, rispetto ad altre forme di accesso alla conoscenza in digitale, offre specifiche opportunità per innovare nel testo, nel progetto grafico, nella funzionalità delle infografiche, l’esperimento risulta particolarmente istruttivo.
Una delle sfide che La Vita Nòva pone alla nostra capacità di apprendere, oltre a quelle citate in queste pagine, nasce dalla relazione con la piattaforma che la ospita. Il sistema Apple vede i giornali come applicazioni e li aiuta a precisarsi come tali: sistemi per organizzare l’informazione. Il che impone di affinare il design, ma evitando la chiusura in una forma: perché nel momento in cui concentra l’attenzione sull’interfaccia, esalta il lavoro che sottende la raccolta delle informazioni. La storia dei cercatori di innovazione è la stessa anche se le forme espressive di Nòva cambiano con le tecnologie: la crossmedialità, dunque, conduce anche a ripensare anche il modo in cui registriamo l’esperienza sedimentata nello svolgimento del lavoro.
La moltiplicazione delle forme con le quali Nòva si presenta, implica un ripensamento della struttura con la quale gestisce la sua conoscenza di fondo.
(Per chi non l'avesse visto, questo è il video realizzato da Laura Cattaneo e Gianluca Balzerano per raccontare La Vita Nòva):