Secondo Kevin Kelly, maestro della cultura digitale, l’evoluzione dell’informazione “vuole” aumentare la scelta, le opportunità, la libertà. Ne ha parlato, Kelly, al DLD di Monaco: lo sviluppo della tecnologia ha, in un certo senso, una sua logica, simile a quella dell’evoluzione delle specie biologiche. E genera varietà, diversità, sempre nuove possibilità. In qualche misura è la logica abilitante per l’arte, la scienza, l’espressione delle migliori qualità umane.
E quando si scopre che è cattiva tecnologia, la risposta giusta non è limitarla, vietarla o abbandonarla, ma creare tecnologia migliore.
In questa argomentazione, si legge, in fondo, un’idea costruttivamente ingenua dello sviluppo della tecnologia come una dinamica neutrale rispetto all’uso che se ne fa. La stessa idea di Sean Parker, tra i fondatori, tra l’altro di Napster e Facebook, apprezzato per questo al DLD dallo scrittore Paulo Coelho. E la stessa idea di Daniel Domscheit-Berg, fondatore di OpenLeaks, che si propone di superare la confusa strategia di Wikileaks con una nuova piattaforma dedicata a facilitare la pubblicazione di documenti riservati senza entrare nel merito: «Saremo una pura tecnologia».
È evidente che la discussione “filosofica” su questa idea neutrale della tecnologia è tutt’altro che superata. Ma è anche chiaro che l’approccio ingenuo favorisce un atteggiamento costruttivo e pragmatico, tipico di chi ha un’idea la realizza e poi vede quali ne sono le conseguenze. Come si è spesso detto: «In teoria, non c’è differenza tra la teoria e la pratica; in pratica c’è molta differenza».