Niklas Zennström e Janus Friis sono riusciti a vendere per la seconda volta Skype. E a mettersi in tasca più di un miliardo di dollari. I due vecchi pirati avevano cominciato la loro avventura internettara giusto dieci anni fa con Kazaa, un software usato per lo scambio di musica online. Non la passarono liscia con i giganti del settore, le etichette che detenevano i diritti d'autore, e furono costretti a vendere.
Ma non cambiarono mentalità e, nel 2003, fondarono Skype, un sistema per fare telefonate gratis online, tecnologicamente simile a Kazaa, che li metteva in rotta di collisione con l'intera industria della telefonia globale.
Amata dagli utenti – più di 660 milioni di iscritti e circa 150 milioni di utenti al mese – e temuta dagli operatori, Skype ha avuto una vicenda azionaria tormentata: acquisita da eBay non aveva trovato posto nel business del gigante delle aste online che, un paio d'anni fa, ne aveva rivenduto il 70% per 1,9 miliardi. In quell'occasione, il 14% era tornato ai fondatori. Nei vari passaggi, la sede legale era rimasta in Lussemburgo e il 44% della forza lavoro era sempre quello originario basato a Tallin in Estonia. Probabile che non si tratti di una popolazione aziendale facilmente integrabile nella cultura d'impresa della Microsoft. Saggiamente, l'azienda guidata da Steve Ballmer, ha deciso di lasciare molta autonomia a Skype. La tratterà come una divisione separata e manterrà alla guida l'attuale ceo, Tony Bates. Anche perché i servizi online della Microsoft sono gestiti da grandi computer centrali mentre l'architettura di Skype è ancora peer-to-peer, nel senso che per funzionare usa in parte la capacità di elaborazione dei computer degli utenti.
Ma che cosa ha spinto la Microsoft a pagare 8,5 miliardi di dollari per Skype? Che cosa può aver motivato una valutazione 3 volte più elevata di quella che era stata fatta un paio di anni fa? Certo, il contesto di mercato fa temere la possibilità che si stia ripetendo una sorta di bolla dei titoli internet: in effetti, la Microsoft ha valutato Skype circa 10 volte il fatturato. Ma è difficile pensare che la Microsoft si sia fatta ingannare da una nuova bolla. E allora perché?
Non basta immaginare che la Microsoft abbia solo voluto impedire che Skype andasse a Google. Il gigante dei motori di ricerca ha già il suo sistema di telefonia online. Così come ce l'ha già la Apple. Difficile dunque che i due competitori avrebbero pagato tanto per Skype.
È più probabile che la Microsoft voglia valorizzare Skype aggiungendone il servizio ai prodotti online attuali: i suoi sistemi di comunicazione, da Hotmail a Messenger, sono ancora enormemente utilizzati nel mondo, ma hanno perso terreno nei confronti dell'astro emergente, Facebook. E anche se la Microsoft ha una quota di minoranza nel social network di Mark Zuckerberg, l'azienda di Ballmer deve tentare di recuperare terreno nel settore più importante del momento: quello dei servizi che facilitano le relazioni in rete. Una possibilità di sviluppo in questo senso sarà nei giochi: il servizio di Skype sarà offerto anche agli utenti della xBox, la console per videogiochi che ultimamente ha conquistato l'attenzione con l'interfaccia Kinect, quella che consente di giocare semplicemente muovendo le mani. Potrebbe essere divertente giocare a distanza usando i gesti e la voce.
Ma, forse, il terreno di crescita maggiore per Skype, in versione Microsoft, sarà nel mondo dei telefonini, compresi quelli aziendali. Il recente accordo con la Nokia porterà tra un anno sul mercato i nuovi cellulari costruiti dal gigante finlandese e dotati del software della Microsoft. Il loro appeal sarà incrementato da un intelligente utilizzo di Skype per facilitare le chiamate gratuite degli utenti quando si trovano in luoghi coperti da wi-fi. E farà della Microsoft un interlocutore importante degli operatori telefonici impegnati nello sviluppo della banda larga mobile. Specie quando contrattano con i grandi clienti.
Che tutto questo possa motivare una valutazione da 8,6 miliardi di dollari resta da vedere. Ma la Microsoft è abituata a tenersi alcune divisioni in perdita se sono strategiche. E nulla oggi è più strategico di migliorare le posizioni su internet. Skype è uno dei marchi che hanno fatto la storia della rete. La Microsoft se lo può permettere.