A quanto riporta PaidContent, Facebook e Twitter non obbediranno se il governo britannico chiederà di chiudere i network in caso vengano usati ancora per delle rivolte. E anzi si opporranno a richieste del genere.
Ovviamente, continueranno a obbedire alla magistratura quanto un giudice chiede informazioni sugli utenti sui quali sta indagando. (Questo non è un argomento di privacy, naturalmente).
Interessante, tra l'altro, come Facebook e Twitter si siano sentite prima di prendere una posizione comune. Rim, pare, abbia una posizione simile. Tutte queste piattaforme apriranno un dialogo con la polizia britannica per chiarire le posizioni.
E' fondamentale che in una democrazia non si concedano eccessivi poteri alla polizia quando si tratta di libertà di espressione.
Ma è anche strano che la polizia britannica non abbia evitato di richiedere forme di blocco dei network, visto che poteva ispirarsi all'esperienza dell'Iran su come si trattano le proteste in rete: in Iran non hanno imparato in fretta che invece della censura, è molto più efficace usare la rete per trovare i rivoltosi e punirli, in base alla legge di quel regime autoritario. La stranezza aumenta osservando che in effetti i poliziotti britannici hanno trovato i rivoltosi usando la rete: la contraddizione non è facile da sciogliere. A meno che non si voglia pensare che la polizia chieda poteri speciali per aumentare la sua importanza nel sistema britannico. Sarebbe una questione politica più che operativa.