Nel giorno dell'anniversario della caduta del Muro di Berlino, a Falling Walls, esperti e scienziati cercano quali sono i muri che devono ancora cadere. Questi sono appunti presi mentre l'evento si svolge. Sebastian Turner, il fondatore della conferenza, presenta la giornata. Il suo obiettivo è mettere gli scienziati in condizioni di spiegare i loro studi come in una conversazione tra persone normali. Per parlare del Muro non guardando all'indietro, ma guardando avanti nel futuro.
Helga Nowotny, dell0 European Research Council, presenta la prima sessione. La sua organizzazione è partita nel 2007 e finanzia ricerca di frontiera, in base al principio dell'eccellenza, senza filoni di ricerca previsti e senza pensare alle applicazioni prima di aver fatto scienza. Il punto è conoscere la frontiera tra ciò che è già stato esplorato e ciò che non si conosce: è oltre quella frontiera che lavoriamo. Il metodo è basato sulla capacità di decidere qual è la domanda fondamentale che ci si pone: le domande giuste sembrano molto semplici nella loro formulazione ma molto complesse nella loro soluzione. Esperimenti per le ricerche fisiche e metodologie in continua evoluzione per la ricerca sociale sono il fondamento del lavoro per rispondere a quelle domande. E l'apertura mentale per accettare e riconoscere i risultati potrebbero essere sorprendenti.
Il muro della guerra. Mary Kaldor parla della sua ricerca sulla sicurezza. Racconta di un bizzarro esperimento, fatto nel sud dell'Inghilterra, a Southampton. Si parlava di quella regione come un protettorato indipendente, abitato da una maggiornanza islamica, povera ma con petrolio nel sottosuolo, che un esercito del nord avrebbe potuto invadere. Il problema era comprendere se la guerra era la soluzione migliore. Perché da quella regione si dipanava una serie di fenomeni criminali che non potevano non essere presi in considerazione. Il risultato è stato che una tecnica di "vecchia guerra" non risolve ma peggiora la situazione. La simulazione ha dimostrato che abbiamo bisogno di un diverso approccio. La chiamo "human security". Si pensava che i militari garantivano la sicurezza all'esterno dello stato e ambulanze o pompieri garantivano la sicurezza all'interno dello stato. Ora si potrebbe pensare di avere una sicurezza esterna fatta un po' come la sicurezza che avevamo da sempre per l'interno. Sicurezza non basata sulla forza, riguarda non solo la violenza ma anche la qualità della vita, sistemi di emergenza (come i pompieri e le ambulanze) che diventano i sistemi di sicurezza per la sicurezza nelle relazioni tra stati. Libia ha dimostrato che non puoi proteggere i civili con la forza tradizionale: gli attacchi aerei sono stati molto precisi, ma molti civili sono morti. I droni in Afghanistan non risolvono niente, aumentano l'insicurezza. Abbiamo di fronte grandi crisi di sicurezza. Non possiamo pensare di risolverle con il sistema militare tradizionale. Difficile cambiare un sistema in cui il sistema militare ha tanto potere nello stato. Ma l'economia in crisi crea un'insicurezza che va presa in considerazione. Si dovrebbe tentare di risolvere il problema della sicurezza e quello dello sviluppo economico nello stesso tempo.
Il muro che limita l'evoluzione. Nick Barton parla dei millenni. La riproduzione sessuale lavora insieme alla dinamica della sopravvivenza. E abbatte muri. Siamo impressionati dall'evoluzione. E forse più di tutto dall'evoluzione del nostro cervello. Ma la maggior parte della vita sfugge alle nostre possibilità di vedere. Virus. Batteri. Sono capaci di fare cose che gli scienziati ancora non sanno fare nella riproduzione del dna. Ci sono legami tra tutte le forme di vita. Eukaryotes, archeia, batteri. Eukaryotes hanno sviluppato un mosaico di batteri che cooperano in organismi complessi. Partiti 500 milioni di anni fa. La divergenza dell'uomo dallo scimpanzé è di 6 milioni di anni fa. Perché la riproduzione sessuale è tanto diffusa tra gli eukaryotes? e come evolvono gli organismi complessi? in effetti è un sistema di riproduzione lento e inefficiente rispetto a quello dei batteri, per esempio, con una specializzazione tra femmine e maschi, con grande dispersione di energia per conquistare il gesto sessuale, perché? per spiegare questa soluzione si deve capire come funziona selezione: mutazioni del tutto casuali non potrerebbero a un'evoluzione, scegliere le mutazioni favorevoli e ritrasmetterle alla specie; la selezione non ce la fa a tenere soprattutto le mutazioni favorevoli; selezione ha bisogno dell'attività sessuale per scegliere le mutazioni favorevoli; il comportamento sessuale è un sistema che – come dimostrato matematicamente – riesce a scegliere le mutazioni che si trasmettono di generazione in generazione riducendo le possibilità che devono essere selezionate.
Il muro dell'inizio del tempo. Jean-Luc Lehners parla di quello che era successo prima del Big Bang. Si parla dell'espansione dell'universo. Perché l'universo era caldo all'inizio? All'epoca tutto era denso, non c'erano atomi, solo particelle. Il raffreddamento ha creato quello che conosciamo. Si pensava tutto fosse cominciato con Big Bang. Dimostrerò che non è stato così. Il Big Bang non può essere successo in un punto, ma doveva avere una certa grandezza. E non poteva essere l'inizio del tempo. Come poteva essere tutto sincronizzato? Come era organizzato? Evidentemente doveva esserci qualcosa che è successo prima del Big Bang. Che cosa? Due teorie. Una dice che c'era una piccola regione dello spazio che si è organizzata, l'altra dice che l'universo si espande e poi si contrae e poi si espande di nuovo. Tutto qui? No. La teoria migliore, non testata, è la teoria delle stringhe. Tutte le due teorie sono possibile. Infatti, molti universi sono possibili. Tutti questi universi non solo sono possibili, ma esistono realmente. Il passaggio da un universo all'altro avviene per un balzo quantico. Che è molto raro. Ma c'è un sacco di tempo nell'universo. Dunque quel salto avviene di sicuro. Dunque tutti gli universi esistono gli uni negli altri. Possiamo testare tutto questo? Se vedessimo la collisione di due universi, per esempio, due universi entrambi in espansione. La probabilità è piccola, ma non nulla. Come descrivi una cosa del genere dal punto di vista matematico? Come lo sperimenti? Che cosa significa tutto questo? Non ci sono risposte. Ma un muro sta crollando: quello dell'idea che tutto sia partito dal Big Bang.
Il muro del gioco d'azzardo. Rebecca Cassidy la regolazione del gioco d'azzardo è molto indietro rispetto alla realtà del modo in cui si gioca, oggi. Il 30% di chi gioca oggi usa il cellulare. In reti che superano i limiti di uno stato. Si scommette con l'iPad su qualunque cosa, sport, politica, economia.. Rebecca fa una scommessa in diretta sul mercato finanziario, usando un iPad in Berlino, usando un sistema per scommesse inglese, con server in Irlanda ecc ecc. Come si regola tutto questo? Le leggi nazionali non possono gestire una cosa del genere. Dobbiamo costruire leggi internazionali. I comportamenti non sono più quelli noti. Diventa necessario ricostruire una consapevolezza del gioco d'azzardo che abbia una base scientifica che spieghi l'atteggiamento diverso nei confronti del gioco nelle diverse culture: i giochi non sono gli stessi nelle diverse culture e l'industria del gambling lo sa e usa queste differenze. E poi ci sono società nelle quali questa cosa è diffusa socialmente e altre nelle quali è concentrata in pochi ceti sociali. In Europa, si creano ancora zone dedicate al gambling. Ma l'internazionalizzazione del gambling rende quelle regioni dedicate soggette a degrado e peggioramento sociale. Da Cipro a Slovenia (invasa da giocatori italiani) il gambling non è più una pratica vagamente aristocratica, ma molto popolarizzata e non culturalmente apprezzata. Anche la borsa era più accettata in termini di gioco d'azzardo ora è sempre meno accettata socialmente. Per ripensare la regolamentazione del gioco d'azzardo, va ripensato il ruolo del rischio, del lavoro, del valore nella società che vogliamo costruire: sapendo che il banco vince sempre.
Il muro delle malattie. Aaron Ciechanover diversi muri da abbattere. Il mio campo è il muro della conoscenza. Tre rivoluzioni. Quella delle medicine. Scoperte un po' per caso, o per serendipity, come la pennicillina. Quella delle statine, biotecnologie, riduce gli attacchi di cuore. Nuova rivoluzione, medicina personalizzata. Basata sul dna personale. Il cancro, per esempio, non è una malattia ma un grande insieme di diverse malattie. E molte differenze sono personali. Le medicine per una persona non sono giuste per un'altra persona. Tutto questo dipende dalla conoscenza del genoma umano. Dovremmo arrivare al genoma personale in un giorno per meno di mille dollari. E ora dobbiamo passare dal dna, all'rna e alle proteine: che sarà il tema fondamentale: 20mila fantastiche macchine che funzionano nel corpo. Per Big Pharma è un cambio altrettanto fondamentale, perché loro vogliono le medicine buone per tutti che vendono tantissimo. Sarà un problema anche sociale: diffondere la conoscenza sul dna personale sarà una questione di privacy fondamentale. Strumenti psicologici, etici, filosofici saranno connessi allo sviluppo della medicina.
Il muro del diluvio di dati. Anastasia Ailamaki si occupa di un fenomeno che ha un impatto enorme sulla conoscenza. Niente va alla velocità dello sviluppo del computer. Il fenomeno è partito 65 anni fa. Con la legge di Moore è andato oltre ogni immaginazione. Ma qualcosa cresce più della capacità di elaborazione. La quantità di dati che raccogliamo e registriamo e vogliamo elaborare. Dobbiamo risolvere il problema. Non è impossibile. Il costo del sequenziamento del genoma, nel senso della registrazione dei dati, è diminuito di quattro ordini di grandezza in dieci anni. Ma l'elaborazione non cresce alla stessa velocità. Occorre un migliore efficienza nella crescita dell'elaborazione. Il problema è la scalabilità del metodo di elaborazione. Il metodo non deve essere dipendente dal numero di dati disponibili. (I temi di ricerca sono il genoma, l'astronomia, la ricostruzione del cervello…). Per riconoscere patterns. Si potrà fare solo con la comunicazione dei problemi della scienza con la scienza del computer, che è al servizio di ogni altra scienza. Come si divide il lavoro? Come si stabilisce che cosa può essere fatto in parallelo e che cosa si può fare solo in sequenza. Queste sono le domande. Il lavoro porta a una computer-driven science.
Il muro della produzione di energia. Robert Schlögl l'energia fossile è facile. Lè stoccaggio dell'energia solare è il muro più difficile. Che cosa facciamo? Come facciamo a mettere da parte l'energia solare per quando il sole non c'è? La natura lo fa con lo zucchero. Dobbiamo fare una cosa simile. Con l'idrogeno. Sembra facile: si prende elettricità quando c'è il sole e si usa per separare l'idrogeno dall'ossigeno. Ma non si sa come fare una grande macchina che fa questo lavoro. La natura ci ha messo milioni di anni. Noi abbiamo venti anni. Si lavora sulle nanostrutture. Con un catalizzatore che tiene separati gli atomi di idrogeno (altrimenti si riattaccano). Quale materiale va usato? È quello che dobbiamo trovare. Poi dovremo mettere il 17% della superfice terrestre a raccogliere energia solare. Raccoglierla e storarla. Occorre una ricerca fondamentale che serve a capire quali materiali e in quanta quantità si dovranno usare per mettere da parte l'energia. Price and prejudice: occorre sostenere il costo per arrivare a un prezzo finale che sia adatto all'economia.
Il muro della resistenza al cambiamento. Elke U. Weber la scienza del comportamento è basate su molti esperimenti. Si scopre che esiste un'inerzia la cambiamento. Sappiamo che dobbiamo fare più esercizio, che dobbiamo mangiare meno ecc, ma non lo facciamo: il cambiamento fa paura, ha bisogno di controllo razionale. E questo dipende da caratteri fondamentali o è appreso per via culturale? Chi conosce l'esperimento sui bambini che aspettano a mangiare un dolcetto per averne due dieci minuti dopo? Si sa che vent'anni dopo quei bambini avevano avuto una carriera molto chiara: quelli che avevano saputo aspettare avevano fatto molta più strada di quelli che non avevano saputo aspettare. Ma quando siamo bravi a quardare lontano? Non si sa se si può migliorare o se è un carattere stabile delle persone. Di fronte a esperimenti che prevedono una scelta tra fare una cosa o non farla, si scopre che la prima opzione presa sempre in considerazione è lo status quo. Il tema è trasformare il cambiamento nella opzione di default. Per esempio nelle società nelle quali la donazione degli organi è il default (si deve opt out) si donano di più che nei paesi dove vice l'opt in. Come si generalizza il sistema del cambiamento (del fare una scelta che prevede un cambiamento) come il default? Come facilitare il cambiamento? A livello personale, cambiare il default: molto difficile. A livello politico: la politica può cambiare il default in un senso più saggio, occorre una leadership che decide contro un'opposizione iniziale. If you change it, they will like it. Diventerà il nuovo status quo.
Il muro dell'insicurezza nell'alimentazione. Waceke Wanjohi in Africa subsahariana il 78% della popolazione si occupa di agricoltura e produzione del cibo, il 60% delle esportazioni sono cibo. I parassiti sono il nemico: peggiorano l'agricoltura (diminuiscono la produzione del 60%), la salute delle persone, riducono la dimensione del mercato. La maggior parte dei farmers vivono al livello di sussistenza. Non hanno mezzi per investire. Non sono al corrente del problema dei parassiti più pericolosi, i nematodi. Le strategie sono legate alla rotazione dei terreni e a incroci di piante che gli agricoltori possono comprendere e realizzare nella loro attività. Abbiamo fatto un network di tecnici nei diversi paesi: africannematology.
Ora è il turno di Angela Merkel cancelliere della Repubblica Federale Tedesca. Ma è vagamente in ritardo.
Eccola.
È una bella tradizione, Falling Walls. Non ho soluzioni per voi o una panacea. Ma sono convinta che questa giornata del 9 novembre è un simbolo di quello che si può fare. Dalla colpa delle persecuzioni razziali, alla sofferenza della divisione della società tedesca e alla gioia della caduta del Muro. E questo forum cerca di vedere quel simbolo come un incoraggiamento a guardare avanti e a definire quali nuovi muri devono cadere. Provocare al progresso, con lo scambio di idee. La Germania deve rimanere un important location per la scienza e dobbiamo diventare più attraenti per la scienza e gli scienziati. La nostra ricchezza è la chiarezza delle menti che abbiamo. Le risorse che abbiamo sono limitate, ma il loro impiego più importante è nella formazione e nella ricerca. Quando cadono i muri i giovani possono andare dove vogliono e possono scegliere di lasciare la Germania: vogliamo trattenerli e attirarne dall'estero. Dobbiamo abbattere altri muri e ci troveremo in una società più aperta e solo pensando alle menti migliori e alla ricchezza che ci portano potremo continuare a vivere con una buona qualità della vita. Gli europei sono il 7% della popolazione mondiale e il 20% del Pil mondiale: entrambi questi dati sono destinati a scendere. Come possiamo pensare alle generazioni future e che cosa possiamo fare per loro? L'Europa è a un bivio. È di fronte a scelte importanti. È il tempo di rompere il muro di una nuova Europa. Pensiamo alle prossime generazioni. Non è un momento piacevole. Il nostro debito è enorme. Ma è ora di decisioni importanti. Per il futuro dobbiamo vivere in una unione stabile: le democrazie possono essere solide solo se ci sono istituzioni che impediscono che le regole fondamentali siano rispettate. Dobbiamo cambiare il sistema dei trattati. Ma il sistema dei trattati è troppo tortuoso. Ci sarebbe un muro da abbattere: il sistema per fare decisioni sui trattati in Europa deve diventare più facile. Dobbiamo adattarci al cambiamenti. Con più Europa, non con meno Europa: le preoccupazioni irlandesi, greche, portoghesi sono preoccupazioni tedesche, o italiane! La responsabilità europea deve diventare un fatto di vita quotidiana in tutti i paesi europei. Dobbiamo difendere l'Europa nelle crisi globali. Questa crisi europea è il momento per entrare in una nuova Europa. E bisogna fare in fretta. Il mondo non aspetta l'Europa. Non siamo più il centro del mondo. Dobbiamo entrare in una Europa delle responsabilità.
Parte la sessione dedicata a temi economici, introdotta da Dennis J. Snower. Si domanda quali muri economici impediscono all'umanità di collaborare per risolvere i problemi globali? Stiamo sviluppando nuovi modelli. I grandi problemi non si risolvono con il mercato, ma con la collaborazione. E questo è possibile solo se comprendiamo come farlo.
Il muro degli indicatori che non fanno capire nulla. Stewart Wallis dice che quello che si può misurare si può fare: il problema è che misuriamo le cose sbagliate. L'ecosistema soffre perché consumiamo risorse, dunque le economie sono instabili. Le società sono ingiuste, quindi le persone sono infelici. Robert Kennedy ha detto che tutte le cose per le quali vale la pena di vivere non sono misurate nel Pil. Il benessere personale dipende da cinque cose da fare: connettersi, essere attivi, stare attenti alle piccole cose, continuare a imparare, donare. Cose che non hanno certo un connotato economico sono le più importanti per il benessere. Che certamente dipende anche da fattori esterni, come la disoccupazione. O come le risorse ambientali. Il Costa Rica si dimostra il posto più fortunato, perché è più verde di molti paesi del mondo e la gente vive a lungo come negli Stati Uniti – che invece consumano troppe risorse. Dobbiamo ridefinire quello che misuriamo: per ripensare quello che pensiamo sia efficienza e produttività tenendo conto del consumo di risorse ambientali. Sarà una grande transizione dell'economia. Avremo nuove cose da misurare. Quindi racconteremo il progresso in un modo nuovo.
Il muro del debito globale. Liu Olin della China International Capital Corporation osserva che il debito sta diventando un problema sempre più grave. La Grecia è piccola, ma sembra legata in qualche modo a paesi più grandi come Italia e Spagna. La Grecia è in una condizione di debito insostenibile, altri hanno un problema di liquidità. I mercati vogliono vedere qualcosa di più profondo che trovare liquidità. E il supporto esterno non servirà, perché i sostenitori esterni vorranno un ritorno. La soluzione non è trovare liquidità o fare default. La soluzione è scrivere una road map e progettare sul serio il futuro. In Europa c'è una politica monetaria centralizzata e un accordo tra gentiluomini sul piano fiscale. Che quando le cose vanno male, viene rotto. Ci vuole una road map vera, che stabilisca regole vere, per tutti. In nome di un futuro importante di crescita per l'Europa.
Il muro delle divisioni sociali. Wang Hui le divisioni sociali sono un problema umano enorme. Sono importanti in Europa come in Cina. Gli approcci a questo problema sono diversi. Il mercato, la democrazia, il sistema socialista hanno soluzioni. Ma la realtà resiste alle loro ricette. Il professore cita l'antica filosofia cinese che dice che "le equaglianze sono diverse". E quando arriva al momento di dare qualche informazione su quello che si può fare deve ammettere che ha finito il tempo per il suo intervento.
Il muro dell'ignoranza organizzativa. Robert E. Horn dice che i più grandi problemi sono legati ai "casini sociali", definiti come "i casini che sono molto interrelati tra loro e con altri casini". I casini si possono descrivere con mappe e diagrammi nei quali tutti i problemi e i temi sono connessi: si può partire da qualunque punto e arrivare a qualunque altro punto. La sfida è fare qualcosa per quei casini. Ma attenzione: i casini non sono la stessa cosa dei problemi. I problemi hanno soluzioni. Non pensate ai casini come se fossero problemi normali. Il meglio è descriverli in modo visivo. Esempio uno: le discariche dei rifiuti nucleari. Abbiamo fatto un grande specchio di informazioni, con un sacco di immagini, spiegazioni verbali, per dare una forma al casino. Esempio due: come saremo tra 40 anni. Interviste con esperti ai quali abbiamo chiesto "se immaginiamo un modo buono e sano tra 40 anni, come possiamo arrivarci?". Le risposte sono state messe in uno strumento visuale che mostrava in ogni punto le proposte su quello che va fatto. Ultimo esempio: i casini locali. Si fa un template con una mappa e tanti cartellini vuoti e si fanno riempire i cartellini dalla cittadinanza. Una sorta di ordine emerge. Forse.
Il muro del rischio ecologico. Alejandro Litovsky i problemi della sicurezza nazionale sono pensati come problemi che si risolvono con la forza militare. Ma nuovi problemi si stanno sviluppando che non si risolvono con il militare. L'ecologia per esempio. Il sistema ecologico non è l'ambiente locale nel quale si sviluppano i conflitti umani. I sistemi ecologici sono interrelati. Il Congo e il Brasile sono parte dello stesso sistema della foresta pluviale e i loro problemi interni sono legati. Una decisione in Congo ha conseguenze in Brasile. E ovviamente altrove. Dobbiamo studiare queste interrelazioni. Che hanno un grande impatto sulla sicurezza nazionale. E non hanno niente a che fare con la forza militare.
Introduce l'ultima sessione Jürgen Mlynek.
Il muro del movimento microscopico. Ferenc Krausz, il movimento degli elettroni è responsabile di tutto il meccanismo della vista (si muovono in funzione del passaggio della luce e per lanciare i segnali al nervo ottico). La velocità di ogni elemento di questo movimento è enorme. Come si può osservare dunque questo meccanismo? Come si guardano gli elettroni in movimento? Come si fa con una forma che gira a velocità tanto alta che il nostro occhio non può vederla. Ma se si illumina in modo corretto appare la forma. Una dimostrazione in diretta lo attesta chiaramente. Una collaborazione di fotoni ed elettroni rende possibile la visione del movimento a livello microscopico. La prima applicazione può essere un'osservazione molto precoce del cancro. Gli elettroni sono anche responsabili per l'elettronica.
Il muro della stupidità dei computer. Ingrid Daubechies attacca con una serie di episodi sull'incubo di sbagliare password e soprattutto di riscriverla quando l'hai sbagliata – tutte le regole sono talmente complicate e le risposte sul video talmente insensibili che si è spesso in crisi. C'è una matematica che migliora la logica delle applicazioni analitiche più difficili dalla biologia, geofisica e storia dell'arte. Si tratta di una matematica che calcola le forme e le confronta. (Affascinante. Ma ammetto che non ho capito che cosa c'entrava con l'attacco, ndb.)
Il muro della chimica sostenibile. Paul Chirik parte da una domanda: che cosa hanno in comune tanti diversi oggetti? sono tutti molecole. La sostenibilità discende dall'utilizzo e il riutilizzo delle molecole. Vogliamo naturalmente trasformare il piombo in oro, o meglio trasformare le molecole normali in qualcosa di funzionalmente prezioso. Per sostituire molecole rare con altre capaci di fare le stesse cose. Senza rifiuti o scarti.
Il muro tra economia, fisica e geometria. Cédric Villani i matematici sono costretti a leggere il mondo solo attraverso lo specchio che costruiscono. Riemann ipotesi: potrebbe creare un grande problema a internet (prendo Villanì in parola, ndb). Riemann ci ha lasciato il problema della geometria non euclidea. Forme elegantissime. Un oggetto ispirato a Riemann è in mostra in una galleria d'arte di Parigi ("dove altro", commenta Villanì). La matematica del caos è in pieno svolgimento. Villani sta dicendo che le incredibili peripezie della matematica si applicano a descrivere situazioni che potevano essere lontane dall'esperienza quotidiana un tempo, ma che stanno diventando sempre più visibili. Il potere dell'astrazione diventa una pratica della velocità nel confrontarsi con problemi pratici e davvero complessi. Che sono proprio i problemi che la società di oggi affronta ogni giorno.
Conclude Annette Schavan, ministro tedesco dell'educazione e la ricerca.