TED Global: Radical Openness / Critical Crossroads

Openness. Apertura. Internet e l'apertura culturale sta cambiando la civiltà. Don Tapscott comincia la prima sessione di TED Global. Il titolo quest'anno è Radical Openness. E qui ci sono gli appunti in diretta.

Tapscott si occupa di definire la nozione di apertura. Che ha molti significati:

1. Apertura come coollaborazione.
2. Apertura come trasparenza.
3. Apertura come ricerca.
4. Apertura come libertà.

Non c'è un aspetto di tutto questo che sia privo di ambiguità. Soprattutto in un tempo di grandi cambiamenti. Il problema che in passato quando c'era un cambiamento c'era anche il tempo di vedere nascere una nuova leadership. Ora il cambiamento è talmente veloce che la leadership sembra mancare. La novità è che questa volta la leadership viene dalla stessa popolazione umana che si sta organizzando da sola. Per dare un'idea di questo fenomeno, Tapscott mostra lo stesso video che ha già mostrato a DLD più di un anno fa: uno stormo di uccelli che volano in modo che appare organizzato. Si vede che c'è una leadership: ma non c'è un leader. (Questo commento è ben detto, direi).

Tapscott parla della possibile costruzione di una sorta di intelligenza collettiva, simile a quella dello stormo di uccelli, che sappia rispondere ai problemi globali in modo totalmente nuovo.

Si direbbe che alla fine il tema dell'apertura sia concentrato sul tema della cooperazione. Il secondo speaker sembra d'accordo.

Shyam Sankar spiega l'evoluzione del gioco. Un episodio che ha fatto pensare molto. Vent'anni fa il megacomputer ha battuto a scacchi il grande campione. Ma oggi un gruppo di persone di capacità medie con computer commeciali può battere il megacomputer. Vince la cooperazione.

L'approccio collaborativo vince, dice Sankar, contro il supercomputer nella metà dei casi (e pareggia nel 30% dei casi, anche nell'analisi di grandi masse di dati, per esempio in biologia.

Per aumentare la simbiosi tra il computer e la persona si pensa a questo obiettivo fin dal momento in cui si fa il design. Ora il design dei computer si fa in questo modo: non più come fare il computing ma che cosa devi elaborare, pensando che le persone saranno parte dell'elaborazione. Lo scopo del lavoro può essere la genetica o la lotta al terrorismo. Le persone fanno quasi sempre la cosa giusta quando cercano: fanno ipotesi, provano, chiedono aiuto al computer, tornano a fare ipotesi e così via. Nell'epoca dell'apertura, i dati sono la cosa più aperta e il fenomeno più gigantesco. Nessun supercomputer è in grado di fare quello che un insieme di persone sufficientemente coordinate può realizzare. È successo nel caso della scoperta del rifugio di Osama Bin Laden.

Sankar è direttore alla Palantir Technologies. Cercano di comprendere enormi insiemi di dati, trovando collegamenti che non si possono individuare a prima vista. In questo modo si occupa di trovare bambini che si sono perduti, scoprire frodi bancarie, svelare network segreti e spie. Hanno per esempio salvato il Dalai Lama da un gruppo nemico che voleva controllare la sua mail. Sankar si occupa di trovare dove si incontrano l'intelligenza umana e l'intelligenza del computer: piuttosto che pensare all'"intelligenza artificiale", Sankar cerca l'"intelligenza aumentata", nella quale gli algoritmi e i cervelli lavorano insieme per risolvere i problemi.

James Staviridis, capo supremo delle forse alleate in Europa: la storia insegna che nella difesa i muri non funzionano. La sicurezza oggi avviene attraverso la collaborazione, la connessione strategica. Oggi la difesa fondamentale è rivolta ai global commons. Cybercrime. Oceani. Traffico di narcotici, armi e umani. Il lavoro di difesa è la costruzione di una collaborazione capillare in tutte le operazioni che servono per proteggere le popolazioni in guerra, le popolazioni colpite dai grandi disastri "naturali". Staviridis parla di "open source defence". Con collaborazioni pubblico-private. Con militari e civili che lavorano insieme. La strategia è connettere le forze della popolazione e i professionisti per difendere i global commons.

Questi erano gli appunti sulla sessione di TED – Radical Openness chiamata Critical Crossroads. (Bel nome).