Oggi Antonio Spadaro, Mario Tedeschini Lalli, Paul Tighe parlano di cyberteologia al Festival del giornalismo di Perugia.
La Chiesa sta cambiando. La sua comunicazione si modernizza. E anche i mezzi che utilizza si rinnovano. Ma se da un lato c'è un argomentazione simile a quella che riguarda ogni altro sistema che ha un'agenda e la vuole portare avanti, per la Chiesa la comunicazione è parte integrante del contenuto. Perché in fondo il suo compito è la trasmissione della "buona novella".
La fede, in buona fede, ha bisogno di qualità dell'informazione e del contesto nel quale quell'informazione di qualità si condivide. La Chiesa ha la forza per dimostrare che oggi la comunicazione può essere disinteressata, strategica, profonda. E che la struttura della mediasfera può essere a sua volta ricostruita per testimoniare un messaggio di vera umanità. E poiché la rete è globale, la parola "ecumenismo" dovrebbe ritrovare la sua centralità culturale.
I giochi curiali avevano sviluppato un sistema mediatico ecclesiastico coerente con l'informazione interessata al piccolo cabotaggio del passato. Ma se è vero che oggi si sta facendo un salto in avanti visionario, c'è da aspettarsi di vedere qualcosa di innovativo in questo settore da parte della Chiesa. La Civiltà Cattolica ha cominciato.
La discussione ha toccato in effetti il tema dell'ecumenismo, quello del dono, quello della testimonianza che è proposta dalla struttura stessa dei media digitali in rete che sono fatti soprattutto dalle relazioni tra le persone.