Raffaello D'Andrea mostra a TED come il volo algoritmico dei droni (quadricotteri) riesce a trasformarsi in movimenti straordinariamente equilibrati. Per esempio tenendo in equilibrio un palo o giocando a palla. Lian Pin Koh spiega l'utilizzo dei droni per studiare la foresta, controllare i bracconieri, sviluppare mappe della vita degli animali senza disturbarli. Andreas Raptopoulos immagina un network per la distribuzione degli oggetti in un ambiente privo di strade o in una città superaffollata. Assomiglia a una rete internet per i pacchetti analogici.
E tutto questo ha costi estremamente limitati. Il costo di un drone per il controllo di una foresta non supera quello di un pc. E il costo di mandare in giro un quadricottero per il trasporto di beni in un ambiente nel quale le strade non ci sono o sono affollate non supera i 24 centesimi di dollaro per dieci chilometri per due chili.
Questo può effettivamente cambiare il paradigma della logistica.
Ma come racconta lo scrittore Daniel Suarez questo cambia anche la guerra. La prospettiva dello sviluppo di droni killer che si rendono sempre più autonomi dagli umani che li hanno programmati non è fantascienza ma una reale possibilità. Che potrebbe rendere la guerra qualcosa di completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto: con eserciti criminali forti quanto quelli nazionali, con concentrazione di potere nelle mani di chi ha più dati, e con la sempre maggiore responsabilità affidata alle macchine che controllano l'enorme ammontare di dati che fanno funzionare i droni stessi. Suarez chiede un trattato internazionale per il controllo dello sviluppo di tutto questo.