Il progresso è cambiato. L’idea che esista un percorso di miglioramento per la società si trasforma nel tempo. In un contesto a veloce industrializzazione, il progresso ha la forma di una linea dritta che va dal passato povero al futuro ricco: la tecnologia e l’economia conducono la storia verso un miglioramento della vita sociale definito come una crescita illimitata e liberatoria. Ma oggi non è più così. Mauro Magatti e Laura Gherardi, nel recentissimo libro “Una nuova prosperità. Quattro vie per una crescita integrale” (Feltrinelli 2014) suggeriscono che oggi il progresso è cambiato. La credibilità dell’idea che sia possibile una crescita illimitata è ormai in profonda crisi. E al suo posto si cercano nuove prospettive, più collegate alla qualità della vita, dell’ambiente, delle relazioni sociali, della profondità culturale. La ricerca di Magatti e Gherardi conduce gli autori a pensare all’emergere di un capitalismo ridefinito dal “valore contestuale” nel quale il senso dell’azione economica torna a far parte integrante del percorso di crescita.
In ogni caso, lungi dall’essere originata da una traiettoria lineare, tecnologica ed economica, la nuova idea di progresso sembra dover emergere dalla complessità: la rete, l’ecosistema, il territorio. E si interviene progettando, sulla scorta di una visione e in vista di un sistema di verifiche di fronte alle quali occorre lo spirito libero della ricerca, la qualità della narrazione, l’apertura mentale dell’esplorazione.
Un ecosistema è sano se è ricco di biodiversità. Una piattaforma e una rete sociale sono sane se sono ricche di “infodiversità”. Se ne parlerà insieme agli altri partecipanti al TEDxRoncade del 22 febbraio (www.tedxroncade.com). Per attraversare questa trasformazione dell’idea di progresso, se mai ne emergerà davvero una nuova, occorre partecipare alla pratica dell’innovazione, pensare mappe geografiche e mentali rinnovate, raccontare progetti ambiziosi e verificarne il successo. Imparando dagli errori.
Vedi anche:
