Offrire un prodotto oppure un sistema per risolvere la questione? Produrre un servizio oppure abilitare l’incontro tra chi ha una soluzione e chi ha un problema? Controllare l’intera filiera dello scambio oppure rendere efficiente lo scambio di informazioni, focalizzando gli investimenti, alimentando nuove possibilità e abbattendo i costi di transazione?
Sono le domande che sottendono la logica delle piattaforme. E che un sistema imprenditoriale concentrato sul controllo del processo e il valore aggiunto del prodotto, come quello italiano, ha spesso faticato a comprendere. Sicché le grandi piattaforme usate in Italia tendono a essere straniere e quel terreno competitivo tende a essere lasciato scoperto. Ma non deve essere necessariamente così. Yoox ha dimostrato che, almeno per filiere precise, come la moda, anche gli italiani possono competere nelle piattaforme.
È un territorio strategico. Specialmente per le aziende infrastrutturali, quelle che fanno ecosistema. La Banca Intesa sembra averlo decisamente compreso, a giudicare dal modo col quale ha progettato il servizio online che arricchisce la sua nuova offerta per la compravendita di case. Non ha pensato soltanto al prodotto, come il mutuo a tasso fisso consigliato in questi giorni. Ha anche messo in piedi una piattaforma online per abilitare gli operatori ad accelerare la modernizzazione del settore. Intesasanpaolocasa.com è una piattaforma per trovare, comprare e gestire la casa, che inoltre integra soluzioni affermate come Cocontest, il marketplace dei servizi di design e progettazione di interni, e Habitissimo, il servizio che aiuta a trovare gli artigiani per la manutenzione e la ristrutturazione. Una formula che privilegia il risultato per l’utente, supera l’ossessione del governo diretto di ogni aspetto del processo e valorizza due startup che hanno innovato il settore. Un passo avanti culturale: per l’azienda che lo compie e per l’ecosistema.
Articolo pubblicato su Nòva il 4 ottobre 2015