A Codemotion si incontra una parte importante della comunità degli sviluppatori di software italiani. Ed è proprio davanti alle migliaia di programmatori riuniti a Codemotion che il Team per la trasformazione digitale guidato da Diego Piacentini ha esposto il codice del quale sono fatti i principali progetti di innovazione della piattaforma digitale pubblica del momento: l’anagrafe centralizzata (Anpr), il sistema per l’identità digitale (Spid), il catalogo dei dati aperti della pubblica amministrazione (dati.gov.it). Il codice sorgente di questi progetti è pubblicato su GitHub, il servizio online dove i programmatori di solito lavorano e collaborano. La documentazione si può riscrivere e indicizzare su ReadTheDocs. La discussione avviene su Discourse. L’uovo di Colombo. Gli sviluppatori che vogliono partecipare lo fanno usando gli strumenti ai quali sono abituati. E anche le piccole iniziative remunerate che saranno chiamate dal Team si realizzeranno attraverso quei sistemi, trasparenti e semplici da capire per chi si occupa di software. Senza riscrivere la ruota. In una logica bottom up. La reazione sembra essere positiva. Al contrario di quello che succede se si impone una forma di innovazione top down, come sembra avvenire in certi casi, ultimamente, nella scuola: quando tutto discende dal centro scavalcando gli addetti ai lavori, in quel caso i docenti, il consenso non è per nulla garantito. Anzi, si rischia l’opposto in un contesto tanto sensibile: o perché si chiedono attività che i docenti interni non sono in grado di fare, o perché i progetti sono poco sincronizzati con le procedure di erogazione dei fondi, o perché si fa troppo ricorso a formatori esterni talvolta poco integrati nell’organizzazione didattica della scuola. Le gigantesche macchine della pubblica amministrazione e della scuola possono – e devono – essere guidate verso l’innovazione. Ma il metodo per farlo è parte del risultato.
Articolo pubblicato su Nòva il 26 marzo 2017