Il ritmo dirompente di trasformazione che internet ha impresso al commercio è sotto gli occhi di chiunque, anche se le imprese italiane, anche secondo i dati pubblicati in queste pagine, si sono dimostrate finora piuttosto orientate a resistere. È un problema, soprattutto se si considera che i cambiamenti non sono certo terminati. Anzi. Le prossime tappe della trasformazione potrebbero stupire: e non solo in termini tecnologici. Un esempio? Di solito, i servizi commerciali online sono progettati dal punto di vista del venditore. L’interfaccia e la logistica, la struttura informatica della piattaforma e l’analisi dei dati sono fatte in modo da facilitare l’offerta nell’attività di farsi trovare dai consumatori, presentare in modo accattivante i prodotti, interessare alle novità e così via. E in generale, ci aspettiamo un approccio simile dalla progettazione del prossimo salto tecnologico dei sistemi di vendita online: robotica di magazzino, big data per l’offerta predittiva, intelligenza artificiale per rispondere alle domande dei consumatori. Queste soluzioni sono già presenti sul mercato e tendono a crescere a vista d’occhio, sulla scorta degli investimenti dei venditori online. Ma gli sviluppi futuri potrebbero arrivare anche da presupposti diversi: ci può essere, per esempio, anche un ecommerce pensato e progettato dal punto di vista dei consumatori? Michal Gal, dell’università di Haifa, e Niva Elkin-Koren, della Harvard Law School, ne sono convinte. Da una parte, parlano di soluzioni tecnologiche che facilitano gli acquisti ripetitivi, che favoriscono il reperimento delle migliori condizioni di offerta, che confrontano la qualità dei livelli di servizio dei venditori sulla base dell’esperienza dei clienti e dei dati disponibili sulle consegne e sulle altre variabili interessanti. Nella prossima ondata innovativa, insomma, i big data e l’intelligenza artificiale si possono anche mettere dal punto di vista dei clienti. Non solo. Possono essere creati programmi che connettono automaticamente molti consumatori interessati a comprare qualcosa in modo da consentire loro di strappare condizioni di prezzo molto più convenienti di quelle cui possono arrivare da soli. Di certo, nell’ecommerce, i princìpi legali sono orientati a favorire i consumatori e se anche le tecnologie sono pensate per aiutare i compratori a massimizzare la convenienza, il cambiamento può diventare davvero dirompente. Per chi è restato indietro finora non c’è molto altro tempo da perdere.
Articolo pubblicato su Nòva il 3 maggio 2017