Il mondo va meglio di quanto non appaia nelle accigliate discussioni degli umani. È l’eredità intellettuale del medico Hans Rosling, riassunta nel libro portato a termine da Ola Rosling e Anna Rosling Rönnlund: “Factfulness” (Hodder & Stoughton 2018). I fatti sono tanto importanti quanto poco noti: il numero di bambini che muore nel primo anno di vita è crollato a meno di un terzo negli ultimi vent’anni, la proporzione di poveri si è dimezzata, la scolarizzazione delle donne che hanno meno di 30 anni ha quasi raggiunto quella degli uomini. Ironico, Rosling interrogava i suoi pubblici su questi e altri fatti scoprendo che la conoscenza delle statistiche era molto bassa e che le risposte erano pervase da un umore nero per cui commentava che le persone rispondevano «peggio degli scimpanzé» (cioè peggio che se avessero dato risposte casuali). Bisogna anche ammettere che il fatto di avere superato i problemi che attanagliavano l’umanità in passato è incoraggiante ma non garantisce di superare i problemi del futuro: il cambiamento climatico, la polarizzazione sociale, il peggioramento delle relazioni internazionali. Alcuni problemi sono la conseguenza dei risultati positivi ottenuti in passato. Per esempio, la Rivoluzione verde degli anni Sessanta che ha sfamato una popolazione in pieno boom demografico ha anche concentrato la produzione globale su quattro vegetali – grano, riso, mais, soia – che ormai danno la metà del cibo che gli umani mangiano nel pianeta, grazie anche ai grandi rendimenti garantiti da fertilizzanti, antiparassitari e sistemi di irrigazione efficienti. Questo rende il sistema fragile in relazione al cambiamento climatico e ad altre crisi potenziali, secondo Sayed Aza-Ali, ceo di Crops for the Future. La ricerca e l’innovazione tecnologica non si fermano, come si vedrà al prossimo Chips & Seeds di Milano, per affrontare il futuro con il coraggio che viene dai risultati del passato ma anche con l’umiltà di chi esplora territori sconosciuti.
Articolo pubblicato su Nòva l’8 aprile 2018