Articolo scritto l’8 aprile 2025 e poi pubblicato dal Sole 24 Ore
La strategia italiana per lo sviluppo del quantum computing è pronta. Il governo, la scienza, l’industria si sono allineati su un documento visionario e concreto che servirà per guidare gli investimenti nel settore. Si tratta di un passaggio decisivo per costruire un ecosistema in grado di cogliere una delle opportunità fondamentali del prossimo futuro.
L’innovazione quantistica è probabilmente la prossima grande ondata. Epoche diverse si sono succedute all’insegna del mainframe, del personal computer, di internet, dello smartphone, dell’intelligenza artificiale. La nuova, nuova frontiera dei computer è appunto quella che sfrutta la fisica quantistica. È destinata a generare una trasformazione radicale perché non funziona sulla base dei bit ma dei qbit: non si programma sfruttando i due stati dei circuiti elettronici – acceso o spento – ma su tutte le possibilità intermedie. Quindi consente calcoli complessi veloci e con limitato consumo di energia. E oggi sappiamo che non è un’ipotesi futuristica: è una tecnologia che ormai dimostra abbondantemente di poter funzionare. Per le imprese significa cominciare a prepararsi.
Il governo ha finora investito circa 227 milioni per favorire lo sviluppo della conoscenza nel settore in tre anni. E si prepara alla prossima fase. La ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, ha affidato a Tommaso Calarco, professore dell’università di Bologna e direttore del “quantum control” del centro di ricerca di Jülich, il compito di guidare il gruppo di lavoro chiamato a scrivere la strategia nazionale. Scientificamente, su indicazione della ministra, il lavoro si è svolto in grande autonomia. Operativamente si è sviluppato in collaborazione con il Mur, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministero della Difesa, il Dipartimento per la trasformazione digitale, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. L’ecosistema delle imprese è stato analizzato dall’Osservatorio Quantum computer del Politecnico di Milano con il Mimit.
La strategia chiede di aumentare gli investimenti per i prossimi tre anni e di creare un polo nazionale. L’ecosistema del quantum computer in Italia esiste. Non è gigantesco. Ma può contare su un sistema della ricerca di ottima qualità, centrato sulle grandi competenze presenti nelle università di Firenze, Padova, Roma e Napoli. Anitec Assinform ha dimostrato che le aziende riservano un’attenzione crescente all’argomento. Eni e Tim sono già al lavoro. Alcune start up sono attive: QTI Quantum, di Firenze, ThinkQuantum, di Padova, e altre.
Certe tecnologie sono più avanti. Nella comunicazione quantistica si inviano singoli fotoni per comunicare messaggi non decrittabili in massima sicurezza. Le tecnologie stanno maturando. Per Calarco saranno pronte in cinque anni per essere industrializzate. Nella sensoristica quantistica si ottengono già risultati importanti nella misurazione del movimento del magma sotto terra, nel calcolo delle posizioni degli oggetti nello spazio, nella misurazione dei cambiamenti di stato dei neuroni nel cervello, e molto altro ancora. Anche qui l’orizzonte per le applicazioni è di cinque anni. Per il computer quantistico si dovrà attendere di più.
Intanto, sta lavorando il Centro nazionale per il super calcolo, i big data e il quantum computing. Simone Montangero, professore a Padova, ne è uno dei direttori. Ricorda che al centro ha partecipato, oltre ai centri di ricerca, anche una ventina di imprese. Montangero sottolinea come il computer quantistico richieda una riscrittura dei software, degli algoritmi, delle applicazioni. In certi settori, questo significa cominciare subito a lavorare. Tales Alenia Space Italia, per esempio, deve fare conti molto complessi per la pianificazione di costellazioni di satelliti, al servizio della gestione delle catastrofi o per l’agricoltura. La progettazione nella space economy richiede tempi lunghi. Quindi la prospettiva quantistica, qui, è già parte del presente.