L’AI all’italiana si vede nel mondo degli yacht. Non è un caso

Articolo scritto il 19 novembre 2025 e poi pubblicato sul sito del Sole 24 Ore


Si chiama “intelligenza marittima”. Ed è una nuova “ondata” della tecnologia più raccontata degli ultimi anni, l’intelligenza artificiale. Gli yacht raccolgono una quantità inimmaginabile di dati: dalle condizioni del mare e dell’atmosfera al funzionamento dei complessi apparati di navigazione, dai sistemi di sicurezza alla salute e al benessere dei passeggeri. I proprietari hanno disponibilità a investire. I capitani hanno responsabilità enormi. Lo sviluppo di un’intelligenza artificiale specificatamente pensata per questo settore è una marea montante. La dimostrazione si è vista nelle fiere più recenti del settore, da Monaco ad Amsterdam. E la leadership italiana nella produzione di yacht sembra creare uno spazio in cui la progettazione italiana di intelligenza artificiale può trovare opportunità particolarmente ampie.

Il contesto è quello delle nuove intelligenze artificiali fisiche: non soltanto modelli che imitano il linguaggio ma veri e propri modelli dello spazio che diventano sistemi cognitivi capaci di far evolvere le abilità dei robot, delle macchine autonome e degli strumenti che aumentano gli umani nel completamento dei loro compiti fisicamente più sfidanti. L’intelligenza marittima è un settore particolarmente sofisticato di questa filiera di innovazioni. E a quanto pare, appunto, è particolarmente adatto a fare emergere le capacità innovative italiane.

I casi non mancano. Il più recente, presentato a Metstrade 2025, viene da SailADV e dalla controllata D.gree che tra Senigallia e Palo Alto propongono una nuova vesione del loro sistema di intelligenza artificiale “deterministica” per la gestione a tutto tondo delle imbarcazioni. Il sistema valorizza la capacità di raccolta di dati garantita dai sistemi di misurazione sviluppati da SailADV, usati da costruttori come Ferretti, Palumbo, Bluegame e molti altri. E arriva a costruire gemelli digitali, sistemi per la manutenzione predittiva, gestione delle flotte, analisi costante della dinamica dei fluidi, sistemi per il comfort degli equipaggi e dei passeggeri. 

Ma nel corso dell’ultimo anno, le innovazioni italiane nell’intelligenza marittima sono state numerose. Rossinavi ha presentato Seawolf X, un catamarano ibrido – elettrico e diesel – dotato di Rossinavi AI, un sistema di intelligenza artificiale pensato per migliorare la performance. Next Yacht Group a sua volta ha presentato a Fort Lauderdale il suo AB 110 con a bordo il sistema Next-AI, un assistente per la navigazione che non richiede un costante collegamento alla cloud. Videoworks ha presentato un sistema di ottimizzazione dell’energia per yacht, sviluppato in collaborazione con l’università di Pisa. Ma questi sono soltanto alcuni esempi. L’intelligenza marittima sembra un “oceano blu” per i produttori italiani. Il che dimostra come le filiere dell’innovazione più sofisticate hanno bisogno di tecnologia di base, competenza di contesto e industrie di sbocco di grande successo. Un insieme di componenti che si trovano nel caso della produzione di yacht italiani. E che mostrano una strada per molti settori nei quali la qualità artigiana italiana, il design e l’innovazione possono convergere.