Copiare, ispirarsi, inventare. Apple vince il primo round con Samsung

La Apple non è solo un'azienda di tecnologia. Programmaticamente ed esplicitamente, Steve Jobs, fin dal 1980, ha detto che la Apple non poteva competere sulla generazione di nuove componenti tecnologiche e che la sua identità sarebbe stata quella di cercare costantemente di migliorare l'interfaccia tra le persone e le macchine digitali. Si occupava dunque di metafore. Per riuscire in questo obiettivo, la Apple non ha necessariamente inventato soluzioni tecnologiche: ha creato dei mondi, che avevano le loro fonti di ispirazione. Le sue tecnologie di punta erano comunque prese da altri: l'applicazione creativa veniva dalla capacità del design, della pubblicità, della metafora di raccontare una storia.

E persino l'ispirazione dell'interfaccia grafica che fece la differenza nel caso del Macintosh era stata presa dallo Xerox Parc. Ma nel Macintosh quell'ispirazione diede origine a una storia, raccontata in modo tale da poter essere compresa da tutti senza usare un manuale: "apri il computer e ti trovi nell'ambiente abituale della scrivania. Puoi lavorare senza conoscere l'informatica". Difficile ricordare il modo astruso con il quale i computer si usavano prima dell'introduzione del Mac. Quella storia fu copiata dalla Microsoft per fare il suo Windows. E anche se Jobs combatté per anni contro quel fatto, non riuscì mai a ottenere una punizione contro il gigantesco rivale.

La Apple aveva creato un nuovo mondo per i computer usati dalle persone. Quel mondo era diventato una realtà evidente per tutti. Fatta di cartelle, icone, mouse… La Microsoft aveva copiato o aveva semplicemente riconosciuto che quel mondo era la realtà che tutti comprendevano?

La nuova vicenda, quella dell'interfaccia che serve alle persone per connettersi alla grande rete internet in mobilità, ha ripercorso in parte lo stesso schema. La Apple ha creato un mondo per le persone che usano la rete con l'interfaccia dell'iPhone e dell'iPad. Difficile ricordare il mondo dei telefonini connessi alla rete prima dell'iPhone. Oggi quella è l'interfaccia per andare su internet in mobilità: è stata creata dalla Apple ed è diventata più o meno la realtà.

La Samsung, decine di altre aziende che producono smartphone e soprattutto Google, hanno preso ispirazione dalla realtà creata dal design della Apple. Su questo non ci sono dubbi. Che quell'ispirazione sia oggi definita "copiatura", mentre ai tempi della Microsoft non lo è stata, è una novità. Non sappiamo se è legata al fatto che le leggi sono cambiate e si sono fatte più chiare, o se semplicemente sia legata al fatto che oggi la Apple è diventata un'azienda gigantesca che sa difendere meglio i suoi interessi.

Ma un fatto è chiaro. La proprietà intellettuale è un oggetto pieno di sfumature. E se un giorno l'ispirazione diventa copiatura, un altro giorno può non esserlo. Il ricorso della Samsung contro la decisione della corte che l'ha condannata a pagare oltre un miliardo per aver copiato alcuni brevetti e il design dell'iPhone è stato annunciato. (vedi: Mercury, MyNokiaBlog, Bbc, 9to5mac, TheNextWeb)

  • andrea |

    Altro video interessante (e divertente) sul tema copiare e ispirarsi.. . E’ in inglese ma si capisce benissimo


    Da 5.24 in poi

  • ControLadri |

    Come al solito vince sempre la Apple e questo significa che sa “rubare” meglio delle altre compagnie; non si fa sgamare.
    E’ una vergogna sono anni che la apple “ruba” idee e poi si condannano tutti gli altri ma la Apple è sempre l’intoccabile. Ma per caso ci si vuole scordare chi è stata la prima ad utilizzare per la scocca di un cellulare l’alluminio?? La samsung. E il nuovo Iphone di che materiale sarà fatto ?? Alluminio. Eh andiamoo. Se la Samsung si rifà ad uno stile già esistente, copia, se lo fa l’Apple invece no. Ma non scordiamoci i processori degli Iphone da chi sono prodotti (è Samsung). Ci vogliamo scordare di una serie di pc difettosa prodotta da Apple e tolta dal commercio dopo tantissime lamentale perché erano stati usati resistori non idonei al mantenimento del processore e quindi si bruciava sempre?? Eh quando Samsung aveva fatto esplicita richiesta di evitare l’uscita dell’iphone 4 perchè l’Apple aveva copiato alcuni suoi brevetti che cosa è stato fatto ?? Niente. In Europa è uscito senza troppe storie. Giudici comprati?? Chissà!! Fatto sta che ogni volta Apple ha le mani pulite. Comprate comprate Apple tanto ve comprate roba fatta da altri e per giunta quella che fanno loro la fanno pure male. Grandi Geni. E poi basta con il design, lo schermo rivestito, il vetro sopra, il vetro dietro.. In natura esistono questi di materiali e tanti altri (ma ovvio che non tutti sono utilizzabili per evidenti motivi costi, lavorazione, tossicità e tanto altro).. I materiali sono questi e questi si usano. Fine con la copia o non la copia. Un telefonino è di forma rettangolare, avrà gli angoli smussati, semi tondi, a rombo.. come vi pare vi pare.. sempre da un rettangolo viene.. e allora che vuol dire?? Dove sta il brevetto per usare una determinata forma o meno.. Eh mo basta dare tutto questo potere a questa gente.. Si è usciti anche di testa. Quando faranno i telefonini stile specchio che uscirà fuori che hanno copiato l’idea da uno specchio del 700′ ?? Roba da pazzi..

  • sergio |

    Ho trovato la risposta su Wikipedia:
    http://it.wikipedia.org/wiki/ITRON

  • sergio |

    Complimenti a coloro che hanno espresso compiutamente nei commenti precedenti la vera strategia commerciale di Apple.
    Concordo con la sintetica definizione su Jobs: era un uomo malato. Aggiungerei affamato, che per gli americani è un vanto ma per una persona “normale” è una cosa un po’ fastidiosa se non hai da mangiare.
    A proposito di copia qualcuno possiede il brevetto del “copia ed incolla”?
    Vorrei andare leggermente fuori tema con una domanda che mi pongo da tempo:
    Perchè i colossi giapponesi non hanno mai deciso di produrre software concorrenziali? Ora è tardi lo so.

  • pasquale |

    Sentenza giusta e sacrosanta. Il lavoro creativo, come tutti i lavori, va tutelato e protetto, copiare è facile e non costa, ma è sempre un furto. L’Italia dovrebbe imparare molto da questa sentenza, se si fossero tutelati in nostri marchi, i nostri designers, avremmo più lavoro e rispetto. Ma questa è un’altra storia e riguarda le nazioni vere.

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