A TED Global, Ellen Jorgensen spiega la biologia aperta. «Grande periodo per essere nella biotecnologia». Sono tecniche aperte a tutti. Costa sempre meno. E le persone sono in grado di pensare le applicazioni molto meglio degli scienziati. «Le persone che capiscono che cosa fare con le scoperte biotecnologiche meglio dei ricercatori». Così Jorgensen ha organizzato una bio-jam-session. «Non ero preparata a quello che sarebbe successo. La stampa era piena di storie sul nostro progetto per fare il prossimo Frankenstein». Deludente. «Ho preso a lavorare al "personal genome project". La nuova paura: qualcuno si downloada il mio dna e lo pianta sulla scena del delitto…». Insomma, ci sono vere applicazioni per le persone? «I cittadini hanno idee: scoprire se il caviale è davvero caviale, di chi è il cane che fa i suoi bisogni nel nostro giardino, e un sacco di altre cose». Le applicazioni, come nel personal computer, si troveranno anche per la personal biotechnology. «Criminali che fanno un virus nuovo? Non è facile. Ma teniamo presente che i buoni sono molti di più dei cattivi. Io scommetto che dando il potere a tutti, i cattivi saranno battuti». Di certo, c'è parecchio da pensare.
Massimo Banzi racconta Arduino. È un'open source platform per fare un incredibile numero di cose. Quello che l'Economist ha definito la terza rivoluzione industriale. «Siamo di fronte a un cambiamento clamoroso. Emergerà un mondo simile a quello dei personal computer. Chi sarà la Apple di questo mondo?». Beh, un elemento di quel mondo è Arduino. Ci riescono facilmente i bambini. Ci riescono persino gli adulti. «Ecco una macchina per nutrire il gatto giusto: se riconosce il gatto dal collare, apre la scatola; se non è il gatto giusto, la scatola resta chiusa. «È artigianato. Si impara guardando gli altri che lavorano. Arduino è open source. E i programmi sono aperti. Tutto documentato e riutilizzabile». Si può trovare tutto online, per esempio su Instructables. Oppure sul magazine Make. Ci sono quelli che fanno gli elicotteri-droni come giochi o come strumenti per trasportare cose in Africa… E ci sono oggetti che fanno musica o che si comandano con i suoni. E c'è un robot che fa il writer sui muri in automatico… E c'è un sistema per fare scrivere twitt a una pianta che magari ha bisogno di acqua. E c'è un sistema installato sulla sedia per far partire un twitt quando a una persona capita di emettere un peto. «Ora lavoriamo con Habits per fare un Open Mirror.
Catarina Mota: inchiostro conduttivo, materiali intelligenti, non sappiamo molto bene che cosa si sta creando nei laboratori segreti delle aziende. Mota ha lanciato un progetto chiamato "open materials". Primo per aumentare la consapevolezza delle persone su quello che sta succedendo alle scienze dei materiali e alla produzione di nuovi materiali. E anche perché gli inventori più creativi sono spesso i dilettanti.
Le possibilità della realtà aumentata sono messe in mostra da Matt Mills e Tamara Roukaerts: un esempio tra i molti consiste nel guardare un router con un sistema a realtà aumentata che spiega come usare quella tecnologia (a parte un piccolo intoppo la demo funziona e chiarisce il futuro dei manuali…).
Antony Gormley, scultore, mostra come si crea uno spazio. Fa chiudere gli occhi a tutti. Dice che si è creato uno spazio nuovo, senza dimensioni, senza oggetti, senza fine. E questo genere di esperienza è lo scopo del suo lavoro. Un'opera straordinaria con figure umane sulla spiaggia di Liverpool cambia lo spazio tra qui e l'orizzonte. Un'altra installazione: le persone scompaiono in una stanza superilluminata dietro cortine di vapori che lasciano la sensibilità delle voci e delle coscienze, non dei corpi.
Arte, tecnologia, scienza si confondono nella ricerca di chi va oltre le frontiere già esplorate