Cyberguerra. Cyberterrorismo. Si rischia di vedere internet trasformata in un campo di battaglia, sul quale un attacco di mercenari interrompe il servizio di Twitter perché ospita un dissidente, spie cinesi entrano nelle mail degli abbonati di Google, agenti occidentali mandano worm alle centrali nucleari iraniane.
Il problema è che se diventa un campo di battaglia, internet rischia anche di perdere la sua qualità fondamentale: quella di una rete unica, solida, neutrale, innovativa… Se n'è parlato all'StsForum di Kyoto. E i risultati non sono piacevoli.
In sostanza, una discussione a porte chiuse ha condotto gli intervenuti a scoprire che le centrali elettriche possono andare in black out, come è successo in Brasile, per colpa di un attacco digitale. E che banche, telefonate, piattaforme di scambio di fotografie, possono essere usate per commettere violenze. Qualcuno ha sottolineato che man mano che internet avanza nella vita quotidiana, i rischi diventano più stringenti. Qualcuno ha addirittura raccontato di spie che usano le telecamere dei computer o i microfoni dei pc e dei cellulari per spiare quello che le persone stanno facendo. Ma se questo passa dal terreno della violazione della privacy alla questione della sicurezza degli Stati, c'è il rischio che vengano introdotte nuove regole, sostanzialmente limitative per la libertà di utilizzo della rete.
Il fatto è che però non ci sono rimedi in vista. O meglio. Si può introdurre un livello di spionaggio statale altrettanto invadente dello spionaggio avversario. Ma non si può impedire che la rete venga usata per attaccare obiettivi militari o civili particolari: si può semplicemente innescare una rincorsa tra innovazioni di guardie e avversari, senza mai pervenire a una sicurezza assoluta. E le regole, in mancanza di tecnologie che le possano far valere, restano lettera morta. Anche se possono dare molto fastidio a chi non fa male a nessuno.
Il concetto emergente è dunque questo. Assisteremo a una rincorsa tecnologica tra avversari di ogni tipo. Ma sarà bene non introdurre anche un eccesso di regole che, frenando l'innovazione e la libertà, non arriverebbero alla sicurezza. Il bilanciamento del livello di sicurezza accettabile e della libertà di utilizzo della rete, dovrebbe essere la bussola per ogni decisione in materia.