Hacker Croll ha violato i server di Twitter. A quanto pare, ha scoperto un sacco di informazioni. E le ha mandate a Michael Arrington, di TechCrunch. Mike li ha letti, ha capito che c'erano dati sensibili per diverse persone e informazioni importanti per il mercato: si è posto il problema e ha deciso che non avrebbe diffuso notizie sulle persone, ma avrebbe pubblicato i dati finanziari.
Ora li ha pubblicati. E di Twitter si sapeva il successo di pubblico ma non si sapeva nulla di economico. Twitter ha stimato un fatturato di circa 400 mila dollari nel terzo trimestre del 2009 e di 4 milioni di dollari nell'ultimo trimestre. Ha consumato dieci dei 55 milioni che i suoi investitori avevano conferito. Prevede di arrivare a 140 milioni di dollari nel 2010. Ma quello che colpisce sono le previsioni per gli anni successivi che arrivano a ipotizzare: 1 miliardo di utenti (sic!) nel 2013, per un fatturato di 1,54 miliardi, con 5.200 impiegati e 1.1 miliardi di profitti…
Non sappiamo se i dati siano veri. Sappiamo che sono stati sottratti a Twitter. Sappiamo che Arrington ha il diritto di pubblicarli se – come tutto lascia pensare – non ha contribuito a rubarli. Sappiamo che sono rilevanti per il pubblico. Sappiamo che i buchi nei sistemi di sicurezza dei computer sono ampi. E che il giornalismo finanziario, la qualità dell'informazione, la segretezza dei business plan delle aziende, non sono più quelli di una volta.