I quotidiani sono chiamati a innovare. La tecnologia digitale, da tempo, si dimostra una sfida decisiva. È una questione onnicomprensiva che va dal sistema dei costi, alla forma espressiva dell’informazione, all’analisi dei risultati, al coinvolgimento del pubblico e, ovviamente, al modello di business. Forse il tempo è passato troppo in fretta per gli editori. I competitori sono diventati molto forti. Una riscossa è possibile. Non facile.
Gli editori sono chiamati a coltivare un approccio umile alla ricerca necessaria per ripartire. E, insieme, non deve mancare l’ambizione: perché i giornali hanno il compito di riaffermare un metodo civicamente responsabile di ricerca dell’informazione.
La risorsa scarsa, in questo mercato, non è più lo spazio sul quale pubblicare. È il tempo e l’attenzione del pubblico, il riconoscimento della rilevanza delle informazioni proposte. Si tratta di una posizione adatta all’editoria che si pone al servizio del pubblico: non è più solo un dovere, è una necessità.
La tecnologia, motore della trasformazione e strumento dell’innovazione, non si compra: si impara e si modella. Nòva, per esempio, ha risposto alla riduzione dello spazio cartaceo con l’introduzione di NòvaAj, aumentando l’informazione senza moltiplicare le pagine. Gli articoli visibili solo con il giornale aumentato dalla app, però, hanno fatto sorgere un’esigenza: quella di recuperarli, rileggerli, collegarli tra loro. E il nuovo sito di approfondimento di Nòva, nova.ilsole24ore.com, serve a questo. Gli articoli si trovano aggregati in contesti che servono a unire i puntini e valorizzare il senso della ricerca degli innovatori ai quali l’inserto è dedicato. Le notizie, intanto, continuano su NòvaTech, la sezione del quotidiano online.
È un nuovo passo sul sentiero che porta a domani, alla ricerca di prospettiva. L’innovazione scandisce il ritmo evolutivo del giornale. Solo il pubblico che l’adotta la trasforma in realtà.