La conferenza Passive and Low Energy Architecture (Plea) non si teneva in Italia dal 1985. Trent’anni dopo Venezia, quest’anno è arrivata a Bologna. Per la spinta di Mario Cucinella, architetto e visionario della sostenibilità in architettura. Il Plea riunisce centinaia di studiosi e operatori della costruzione del futuro che lavorano sulla compatibilità ecologica e l’innovazione architetturale. E Bologna li ha accolti con partecipazione. Negli stessi giorni, una delegazione dell’Accademia britannica dell’Urbanistica era in visita in città: l’Accademia ha scelto Bologna tra le tre migliori città in Europa per i suoi piani urbanistici, con Stoccolma e San Sebastian. Chi vive in una città non ne apprezza sempre i valori come chi ci passa e la confronta con altri luoghi. Non a caso c’è voluto un reportage del New York Times sulla “social street” di via Fondazza per valorizzare a livello locale e internazionale quella comunità online che ha fisicamente migliorato la vita quotidiana rilanciando i valori del vicinato. Ora lo sanno tutti e anche in città ci credono di più. Pochi giorni dopo, il Comune ha annunciato che all’Istituto di istruzione superiore Aldini Valeriani, nascerà un incubatore e un fondo da 50 milioni per startup che coinvolgeranno gli studenti e la struttura scolastica. Intanto la Regione si prepara a spiegare l’Agenda Digitale e partirà ricordando i risultati già ottenuti, nell’alfabetizzazione, nella connessione, nella generazione di imprese. Le fondazioni private dedicate allo sviluppo culturale e sociale di Bologna dimostrano un tessuto imprenditoriale consapevole delle sue responsabilità sociali. Del resto, le cooperative e le istituzioni finanziare socialmente avvertite non mancano. E l’università resta un centro propulsivo importante. Lo stesso Sole 24 Ore ha deciso di partire da Bologna per gli “Stati Generali dell’Innovazione”. Ma in molte città le dinamiche sono migliori del percepito. La consapevolezza di questi fenomeni alimenta l’energia che serve a vincere la dura sfida di accelerare l’Italia che innova.
Articolo pubblicato su Nòva, il 13 settembre 2015