In sintesi, i dati Eurostat e Censis parlano chiaro: la percentuale di italiani che usano internet cresce per effetto dello smartphone e dell’anagrafe. I giovani usano molto il telefono che va in rete, al contrario degli anziani. E lo smartphone conquista nuovi utenti anche nelle fasce di età intermedie. Il che peraltro non dà luogo a una crescita record in Europa e non porta l’Italia fuori dagli ultimi posti nella classifica continentale: accedono almeno una volta alla settimana solo il 63% degli italiani, una quota più alta solo di quelle registrate in Bulgaria e Grecia. Il 2015 è stato un anno buono ma non di svolta da questo punto di vista, con un aumento non superiore a quello di anni tra il 2007 e il 2010. Sicché l’effetto delle operazioni di comunicazione volute dal governo è dubbio: e non poteva essere altrimenti in mancanza di qualcosa di immediatamente utile da comunicare. Le persone e le aziende cambiano i loro comportamenti in base a opportunità esistenti e non sulla scorta dell’annuncio che ce ne saranno. La vera storia, oggi, la stanno scrivendo le aziende che per prime hanno compreso internet e ne hanno fatto la ragione della loro esistenza. Aziende piccole e grandi stanno contribuendo a modernizzare l’ecommerce. I nuovi servizi bancari online hanno effetti visibili. E anche le forme di sharing economy o di accesso ai servizi comunali si vedono nella quotidianità urbana. Intanto, la fioritura di startup e coworking alimenta l’offerta del futuro. L’uso della rete, come di ogni tecnologia innovativa, non nasce dalla domanda – come diceva Steve Jobs, i consumatori non sanno di volere qualcosa che ancora non esiste -, ma discende piuttosto dall’offerta di servizi e prodotti nuovi che si fanno adottare. Le aziende italiane sono state troppo prudenti in materia. E i dati Eurostat restano poco confortanti. Ma dalle opportunità generate dalle imprese visionarie, che spingeranno anche le aziende meno proattive, ci si può aspettare l’accelerazione. Sarà alimentata anche dal governo quando realizzerà i suoi piani, come è successo per la fatturazione. Ma è questione di lungo termine.
articolo pubblicato su Nòva il 23 dicembre 2015