Il futuro si complica, quando le possibilità pensabili si moltiplicano. E allo stesso tempo, i sistemi adottati per operare previsioni diventano meno affidabili. Sicché la sperimentazione per migliorarli si fa più interessante. Una strategia per prevedere si basa sulla cosiddetta “saggezza della folla” (dall’idea di James Surowiecki) e una tecnica per sfruttarla è quella dei “tornei di previsioni”. Philip Tetlock, Barbara Mellers e Peter Scoblic hanno pubblicato su Science un articolo che dà conto delle novità emerse al torneo di previsioni dell’Iarpa (Intelligence Advanced Research Projects Activity). L’articolo discute le tecniche con le quali si estrae il miglior risultato e mostra che – come teorizzato da Surowiecki – i risultati sono tanto migliori quanto più si valorizza la diversità di punti di vista, esperienze e culture dei gruppi coinvolti nelle previsioni, osservando inoltre che tra i partecipanti, i migliori previsori sono quelli che hanno una maggiore apertura mentale. L’articolo, inoltre, annuncia i prossimi sviluppi, concentrati sull’analisi delle capacità previsive dei gruppi di umani aiutati dai computer. Finora si sa che i gruppi che si fanno aiutare dai computer generano previsioni migliori quando gli argomenti hanno una lunga storia, mentre gli umani restano migliori quando si tratta prevedere qualcosa che può avvenire una volta soltanto. Si tratta di un’osservazione piuttosto rilevante. In un periodo durante il quale si discute spesso sulla capacità dei robot e delle intelligenze artificiali di battere gli umani in varie attività competitive, oltre che di lavorare in modo più efficiente dei lavoratori umani tanto da candidarsi a sostituirli, la ribadita superiorità degli umani nelle attività speciali, che richiedono apertura mentale e creatività, continua a descrivere l’ambito strategico nel quale conviene investire per migliorare i sistemi educativi e mantenere la specie umana al lavoro nel futuro.
Articolo pubblicato su Nòva il 5 maggio 2017