Ma che cos’è l’antitrust nel mondo digitale? La vicenda di Google condannata dall’autorità per la difesa della concorrenza europea è stata l’ennesima tappa di una storia che diventa sempre più difficile da interpretare. Perché la nozione di abuso di posizione dominante – la situazione in cui un’azienda che domina un mercato usa quella posizione per conquistare un altro mercato – si basa sulla definizione dei confini mercati: nel caso di Google, il mercato del motore di ricerca e il mercato delle vetrine sponsorizzate dei prodotti in vendita online. Se il mercato dei motori di ricerca è soltanto quello dei servizi “orizzontali”, quelli che servono a cercare qualunque informazione, allora Google è chiaramente dominante; se invece comprende anche i servizi “verticali”, specializzati per esempio nella ricerca di prodotti da comprare o di camere di albergo o di cibo da farsi portare a casa, allora la quota di Google scende; e se infine si tiene conto delle ricerche che si fanno con i social network o con app per il cellulare, la quota scende ancora. È solo un esempio. Dall’altro lato, però, se anche la definizione dei giusti confini dei mercati è incerta, ciò non toglie che esista – eccome – l’abuso di posizione dominante. Come decidere in materia senza andare contro la dinamica innovativa che caratterizza i giganti della rete, ma senza neppure frenare le startup proteggendo troppo i grandi? È solo uno degli aspetti dello scontro che oppone la logica digitale, dove tutto è permesso purché funzioni , e i principi che definiscono la civiltà europea, come la privacy, l’equità fiscale che garantisce la tenuta del welfare, la libertà di circolazione delle risorse. Per non rinunciare ai principi occorre fare un salto di qualità nella consapevolezza digitale. Tra i politici europei. Ma anche tra gli utenti della rete, troppo spesso disposti a rinunciare ai principi in nome della comodità immediata. Una maggiore coscienza digitale, spingerà gli innovatori a dimostrare di essere davvero bravi, risolvendo le contraddizioni.
Articolo pubblicato su Nòva il 2 luglio 2017