Come evolvono i diritti dei consumatori e dei cittadini nella società digitale? In un contesto nel quale quasi ogni gesto sociale è registrato su molti archivi digitali che organizzazioni pubbliche e private utilizzano per sviluppare il loro servizio e il loro interesse, indubbiamente, si ridefiniscono le relazioni tra le persone e le istituzioni. Con quali conseguenze? Il rapporto “Consumerism 2017” di Consumers’ Forum e Università Roma Tre risponde quest’anno focalizzando l’attenzione soprattutto sulla dimensione dei big data e della gestione algoritmica delle informazioni. Oggi queste dinamiche favoriscono una concentrazione di potere. Lo studio ha il merito di porre il problema in modo consapevole delle difficoltà che qualunque sistema normativo incontra nella produzione di leggi che riguardano una realtà in veloce evoluzione: questo conduce alla ricerca di forme di autoregolamentazione che non possono essere lasciate soltanto alla buona volontà degli operatori e che hanno sempre più bisogno di qualità, di cultura, di visione e di dedizione al bene comune. Secondo la ricerca, ha senso cercare soluzioni a questo intricato problema in un ruolo evolutivo delle autorità: dal Garante che si occupa della privacy all’Antitrust, dalla Consob alla Banca d’Italia, dall’Autorità che si occupa dei trasporti a quella che si dedica all’energia, dall’Agcom all’Ivass. Le azioni proattive delle autorità hanno un grandissimo impatto potenziale sulla consapevolezza dei cittadini, la premessa di ogni domanda politica. E le capacità interpretative delle autorità pongono gli operatori di fronte ai paletti dei quali hanno bisogno per scegliere forme di autoregolamentazione dotate di senso civico. Bisogna ammettere che in Italia e in Europa questo ruolo evolutivo delle autorità si sta in effetti manifestando. Definendo una leadership europea nei diritti all’epoca digitale la cui forma può migliorare ma che riesce ad generare conseguenze talvolta importanti.
Articolo pubblicato su Nòva il 3 dicembre 2017