A Torino, la Compagnia di SanPaolo lancia il bando “Intelligenza Artificiale, uomo e società” per sostenere progetti di ricerca sull’intelligenza artificiale e le sue ricadute economiche e sociali. Intanto, il ministero dell’Università coordina un’iniziativa di grande respiro per cofinanziare insieme ad almeno cinque atenei un sistema di dottorati di ricerca sull’intelligenza artificiale. Nel comitato che se ne occupa c’è anche Dino Pedreschi che con Fosca Giannotti guida da anni il gruppo di lavoro internazionale SoBigData, appena rifinanziato dalla Commissione Europea, destinato a connettere il lavoro sui big data alle forme più umanamente consapevoli di sviluppo dell’intelligenza artificiale. L’interesse per questa materia, anche in Italia, si dimostra altissimo. La specifica attenzione italiana per le applicazioni socialmente avvertite dell’automazione si conferma a ogni passaggio. Come del resto si confermano alcune difficoltà di fondo, legate alla relativa scarsità di risorse economiche, alla frammentazione delle basi di dati, alla difficoltà di connettere la ricerca all’industria. Ogni iniziativa citata si occupa di tutto questo.
In questo quadro, a Bologna è nata una fondazione che – fin dalla sua struttura progettuale – si pone l’obiettivo di diventare un grande polo europeo dei dati e dell’intelligenza artificiale, pensa e sostiene la ricerca in funzione delle esigenze industriali, si trova in un ecosistema locale con ampie potenzialità applicative. La Regione, sulla scorta dell’iniziativa dell’assessore Patrizio Bianchi, ha riconosciuto il potenziale del territorio nel settore, ha tracciato le linee strategiche dell’azione, deciso un finanziamento di avviamento e offerto la localizzazione dei centri operativi. L’Unipol, con l’attenzione riservata al tema dal presidente Pierluigi Stefanini, ha aperto la porta. E con la leadership dell’amministratore delegato Carlo Cimbri ha deciso di fare diventare il progetto una realtà. È nata la International Foundation for Big Data and Artificial Intelligence for Human Development che per ora conta tra i soci la stessa Unipol e uno schieramento formidabile di centri di ricerca riuniti in un’associazione che ha tra i suoi membri gli Istituti Nazionali di Fisica Nucleare, di Astrofisica, di Geofisica e Vulcanologia, il Centro Ortopedico Rizzoli, Enea, Cnr, Cineca, Cmcc, Università di Bologna, Modena e Reggio, Ferrara, Parma. Il primo cda si è svolto il 19 gennaio. Nuovi soci industriali sono attesi e saranno grandi gruppi italiani interessati a far nascere un centro di grandi dimensioni soprattutto per capacità di calcolo, dotazione di dati ai quali applicarla, centri di ricerca capaci di svilupparee algoritmi e soluzioni di machine learning di alta qualità. La strategia è già chiara: fare in modo che la ricerca nasca fin dalla sua concezione al servizio dello sviluppo economico, sempre con grande attenzione per le sue ricadute sociali. E farlo in grande stile. La capacità di computazione bolognese è effettivamente potente grazie a Cineca, Infn e allo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts. Il retroterra industriale è tra quelli che in Italia se la cavano meglio. Il problema è capire come sarà attivata la governance. Il trasferimento tecnologico è da sempre una materia difficile. Ma questo può essere un modello nuovo per risolverla.
Articolo pubblicato su Nòva il 16 febbraio 2020
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