Douglas Rushkoff, “Solo i più ricchi. Come i tecnomiliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui”, Luiss University Press 2023
La distanza tra i più ricchi del mondo e il resto di noi è ormai tanto grande da avere creato condizioni non comparabili. L’ascensore sociale non arriva fino lassù. Anzi si è davvero bloccato, secondo alcuni dati Ocse sulle difficoltà del ceto medio. E comunque lo raccontava molto efficacemente una famosa copertina dell’Economist che mostrava degli istogrammi sui quali le persone potevano salire come su una scala che si interrompevano di fronte all’ultimo, insensatamente più lontano e alto degli altri. Questi duemila super ricchi, che possiedono almeno un miliardo di dollari, che hanno aumentato la loro ricchezza complessivamente di 5mila miliardi nel corso della pandemia, stanno accettando questa loro condizione speciale, stanno elaborando una visione del mondo, stanno maturando una mentalità tutta loro. E a questa mentalità è dedicato il nuovo libro di Douglas Rushkoff: “Solo i più ricchi”. Questa mentalità per Rushkoff si chiama il Mindset.
Rushkoff è un prolifico autore che sta indagando da tempo sul confine su ciò che gli umani possono fare per salvarsi. In “Team Human” (Norton 2019), Rushkoff ricostruisce le ragioni della trasformazione delle forze un tempo progressive della tecnologia e del mercato in strutture che sostengono un sistema di potere che reprime la maggior parte della gente che vive nel pianeta. E suggerisce che per ripensare la società gli umani dovranno ritrovare la forza della loro caratteristica originale più importante: saper fare “gioco di squadra”. È un punto di vista che riemerge alla fine di “Solo i più ricchi”. Ma solo dopo avere accompagnato il lettore nel mondo che vive al contrario.
La storia di questo saggio filosofico-antropologico che si legge come un romanzo a puntate comincia con la strana convocazione per un breve consulto che l’autore riceve da parte di un ristretto numero di persone molto ricche che, per il disturbo, gli offrono un pagamento pari a un terzo del suo stipendio annuale di insegnante.
Rushkoff si è fatto un nome come persona che riesce a raccontare prospettive sul futuro interessanti, informate e credibili. E questi super ricchi lo interrogano su quello che prevede, ma senza troppa convinzione. Poi all’improvviso scoprono le carte. E Rushkoff si trova di fronte alla reale domanda che quella gente gli pone. Come possiamo salvarci dalla catastrofe che travolgerà il mondo? Chi ci potrà aiutare? Come potremo fare in modo che le persone che lavoreranno per noi non si rivolteranno contro di noi? Domande che rivelano un Mindset.
La mentalità di quei super ricchi emerge dal racconto come una articolata, fredda, visione della realtà: i ricchi hanno i mezzi per creare le condizioni della loro sopravvivenza, ma devono ancora risolvere alcuni problemi tecnici per rendere efficaci le soluzioni che stanno elaborando. E cercano di capire come risolvere quei problemi. Con molta concretezza. Senza un filo di senso di colpa verso i miliardi di persone che non riusciranno a salvarsi con loro. E con qualche timore verso quelle persone, non come loro, che comunque si salveranno per servirli.
I super ricchi di cui parla Rushkoff non hanno scrupoli perché sono convinti di fare il bene dell’umanità. Perché nella loro mentalità c’è una convinzione: in un mercato nel quale vince il migliore, i super ricchi hanno vinto, dunque sono i migliori. Quindi salvando sé stessi salvano i migliori degli umani, quelli che ripopoleranno la Terra, o qualche altro pianeta, nel mondo evolutivamente migliore possibile.
Si abbeverano alle stesse fonti dalle quali ha tratto origine la loro ricchezza. La scienza e la tecnologia sono il loro mondo e da lì provengono le loro soluzioni. Non c’è null’altro di meglio che una buona mentalità quantitativa, razionalista, freddamente utilitarista, per progettare una salvezza per i migliori e per dimenticare che i peggiori moriranno nel corso del processo.
È una mentalità alla quale dedica un libro anche Fabio Chiusi che indaga sulle vicende dell’imprenditore Elon Musk, rappresentativo di questo genere di idea: “L’uomo che vuole risolvere il futuro. Critica ideologica di Elon Musk” (Bollati Boringhieri 2023). Se non si possono salvare tutti gli individui che esistono nel mondo presente, almeno si deve salvare la specie umana nel lungo termine. Anzi, la priorità è proprio quella di salvare i molti miliardi di persone che nasceranno nei prossimi milioni di anni.
Ed è proprio la mentalità che porta tutto alla rovina secondo Rushkoff. Quella di creare una scialuppa di salvataggio per la specie umana, per il mondo che ci sarà dopo la catastrofe – che sia una guerra, un’emergenza climatica, una pandemia – è una bufala. Rushkoff dice che non possiamo agire nel dopo. «Quel che non facciamo ora, non lo faremo mai più».
Foto: un particolare della copertina del libro di Douglas Rushkoff, “Solo i più ricchi”, Luiss 2023