Nello scontro di potere sul governo di OpenAI si legge il confronto tra chi vuole fare intelligenza artificiale per il bene comune e chi la vede come un prodotto che deve conquistare il mercato. In questo momento non si sa chi vincerà. Ieri il commento era quello pubblicato sul Sole 24 Ore del 19 novembre 2023, con Sam Altman cacciato dall’azienda. Oggi le notizie parlano del tentativo dei suoi alleati di riportarlo in sella. Domani vedremo.
La decisione è apparsa inattesa. Ma le ragioni del licenziamento di Sam Altman maturavano da tempo. Erano oscurate dallo splendore della fama dell’ex ceo di OpenAI. Oggi, molti altri divi della Silicon Valley, da Brian Chesky fondatore di AirBNB a Eric Schmidt, ex ceo di Google, ne lodano le qualità imprenditoriali. E ingrossano la fila di coloro che si sono già dichiarati pronti a investire in qualsiasi cosa Altman decida di fare. Oppure che intendono allearsi ad Altman perché ritorni in sella a OpenAI.
Le ambiguità di Sam Altman si dovevano pur sciogliere. Aveva fondato OpenAI come una “non profit” dichiarando che il suo lavoro era dedicato al bene dell’umanità; e poi aveva cercato di finanziarla raccogliendo capitali con una “for profit”, OpenAI Global LLC. Con i soldi della Microsoft aveva invaso il mercato con i suoi prodotti, ma non aveva investito abbastanza nell’allineamento dei suoi modelli ai principi umanistici che guidavano la “non profit”, sicché la sua ChatGPT forniva informazioni sbagliate, si poteva condurre ad affermazioni razziste, era piena di pregiudizi. Affermava, con molti altri, che l’intelligenza artificiale è rischiosa per l’umanità e si opponeva all’AI Act proposto dall’Unione Europea, pensato per contenere quei rischi. E mentre guidava OpenAI, non cessava di raccogliere investimenti per fondare nuove aziende.
A quanto pare è stato Ilya Sutskever, chief scientist di OpenAI, a convincere il board che controlla OpenAI a far fuori il ceo. Se Altman è l’“eroe” degli imprenditori, come Schmidt, Sutskever è l’“eroe” dei tecnologi. Ha lavorato all’università di Toronto con Geoffrey Hinton, uno dei pionieri delle reti neurali, recentemente uscito da Google per affermare i suoi principi etici sull’intelligenza artificiale. Ha lavorato con Andrew Ng, grande scienziato, fondatore di Coursera, profondamente dedicato all’educazione sull’intelligenza artificiale. Ha seguito Hinton a Google per qualche tempo, partecipando anche allo sviluppo intellettuale che sta dietro AlphaGo, prima di uscire dall’azienda e fondare la non profit OpenAI. Convinto che con quella avrebbe potuto regalare all’umanità il meglio dell’intelligenza artificiale guidata da principi etici e umanamente consapevoli.
La mentalità del tecnologo etico e quella dell’imprenditore che vende la sua merce erano destinate a scontrarsi. Ora, nessuno è preoccupato per il destino di Altman, il cui conto in banca non farà che ingrossarsi. A maggior ragione se dovesse tornare in sella.
Microsoft si è affrettata a rassicurare OpenAI, con la nuova ceo Mira Murati, ex chief technology officer, che continuerà a sostenere l’azienda. E parrebbe che questo sia vero sia nel caso che l’assetto definitivo sia quello nuovo sia che si ritorni alla situazione precedente.
Se dovesse prevalere Sutskever, si può prevedere che la velocità del lancio di novità da OpenAI rallenterà: Sutskever era preoccupato proprio che i suoi prodotti non fossero abbastanza testati prima di essere messi in mano agli utenti.
In quel caso ci sarebbe più spazio per alternative. Google e Antropic, potrebbero cercare una rivincita. Amazon sarebbe rafforzata nella sua scelta di non legarsi a un unico fornitore. La nuova azienda di intelligenza artificiale di Elon Musk sarebbe meno in affanno. Le europee Mistral e Kyutai avrebbero un po’ di tempo in più per dimostrare quello che sanno fare. E forse sarebbero proprio i principi etici a recuperare terreno.
Nel caso torni Altman, invece, la sua impostazione da conquistatore sarebbe a quel punto rafforzata. Si vedrà nelle prossime ore.
Foto: “University of Maryland and Sourcefire Announce New Cybersecurity Partnership” by Merrill College of Journalism Press Releases is licensed under CC BY-NC 2.0.