In un sistema economico come quello italiano, sostenuto da un gran numero di piccole e medie imprese che operano in un ecosistema povero di investitori di rischio e che dunque finanziano la loro innovazione con il fatturato, l’ecommerce dovrebbe essere la via maestra per la digitalizzazione. Se si vende online si può investire una parte del ricavato nelle attività che servono a modernizzare l’azienda a monte. Altrimenti si è tentati di rimandare questo genere di operazione. Il basso livello di vendite online delle imprese italiane registrato nei dati del digital scoreboard europeo, in questo senso, potrebbe spiegare l’arretratezza delle imprese italiane nel digitale, sempre rilevata dallo scoreboard. E questo potrebbe essere il motivo per cui siamo indietro su tutti gli altri parametri della digitalizzazione. Se tutto questo ha senso, i dati pubblicati dall’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, presentati al Netcomm Forum a Milano questa settimana che indicano una crescita del 16% dell’ecommerce italiano, a 23 miliardi di euro, potrebbero significare che l’insieme del corpaccione industriale del paese si potrebbe finalmente avviare verso una modernizzazione digitale. Ma è solo l’inizio: serve a poter cogliere la vera opportunità delle tecnologie per la vendita digitale, cioè la possibilità di facilitare l’accesso ai mercati globali anche per piccole realtà che finora non sono riuscite a esportare. Perché nell’ecommerce globale ci sono già un miliardo e mezzo di consumatori. «Sono loro il vero driver del cambiamento, ed è a loro che i retailer devono dare una risposta» dice Roberto Liscia, presidente dell’associazione Netcomm. Una visione strategica adeguata alla cultura imprenditoriale italiana non parte dalla digitalizzazione in quanto efficientamento tecnologico ma dalla consapevolezza che il digitale è necessario per poter cogliere nuove opportunità di vendita. I segnali provenienti quest’anno dall’ecommerce italiano potrebbero forse significare che l’epoca della svolta si avvicina.
Articolo pubblicato su Nòva il 14 maggio 2017