L’Europa fa progressi nella comprensione delle questioni connesse alla privacy e i motori di ricerca con servizi online personalizzati. Se ne parla però troppo poco. La discussione pubblica in materia, specialmente in Italia, resta scarsa e meno approfondita del necessario. Qual è il motivo? Forse il tema è troppo difficile? O forse gli italiani non se ne curano? Un paese che si pone questo problema da molto tempo come l’Inghilterra è certamente più attento di un paese dove fino a un decennio fa il termine non era neppure presente nel lessico quotidiano e nel quale la cultura di villaggio o di provincia (tutti sanno tutto di tutti) era maggioritaria. Ma è pure vero che nella cultura urbana, nelle società frammentate, c’è una sorta di nostalgia per quella condivisione delle notizie sulle persone che era tipica del mondo pre-urbanizzato. Probabilmente occorre definire il diritto alla privacy con attenzione alle parole e al dominio d’indagine: non più la protezione del segreto privato, ma la protezione dal trattamento abusivo dei dati personali. La strumentalizzazione delle informazioni sulle persone è il vero tema da dibattere quando si parla genericamente di privacy.
Link: EU privacy watchdogs extend search engine probe | The Register.