Wall Street Journal gratuito

Riprendo un post che ho scritto altrove perché ho adesso accesso a questo blog che mi pare un contesto adatto. E perché Luca Conti aggiunge alcune segnalazioni da meditare. Mi scuso per le ripetizioni.

Ma insomma: si sapeva da un pezzo, come ripete The Economist
di questa settimana, che la News Corp voleva cambiare il modello di
business online del Wall Street Journal offrendo tutto il giornale
gratuitamente. Ora ha tre milioni di utenti, gratuitamente ha un
potenziale di dieci milioni, dicono. Quindi la pubblicità può generare
più ricavi dell’abbonamento.

Ma qual è la prospettiva? Da
qualche anno la pubblicità online cresce a due cifre percentuali.
Mentre il resto continua ad andare pianissimo o indietro. Quindi è un
vortice che attrae tutto. Ma questa crescita spasmodica probabilmente
rallenterà. Quando? Quando la quota del budget pubblicitario che va in
rete avrà raggiunto un equilibrio con la quota di tempo che la gente
dedica alla rete. Più un tot per il maggiore valore del servizio che
offre la pubblicità online (personalizzazione, legame con l’espressione
esplicita di interesse, o addirittura con la vendita…). A un certo
punto, comunque, è probabile che la crescita rallenti. E il vortice non
sia più tale da assorbire ogni nuova iniziativa (o da tentare ogni
vecchia iniziativa). E allora?

Allora, il lavoro professionale,
anche quando si esprime in rete tenterà nuovamente di farsi pagare.
Occorreranno veri e riconoscibili motivi per ottenere il pagamento. Ma
occorrerà anche arrivare a quel momento con le idee chiare.
Sperimentare fin da ora modelli di contenuti a pagamento non è
sbagliato. Ma oggi, avrà ragione il Wall Street Journal che va gratis o
il Financial Times che resta prevalentemente a pagamento? Secondo me,
quello che oggi è online tende ad andare tutto gratis (specialmente se il
concorrente lo fa). Intanto, occorre inventare quello che la gente avrà
voglia di pagare in futuro. Tenendo conto anche del fatto che nel frattempo
matura il pubblico attivo. I giornali, penso, hanno bisogno di fare ricerca e sviluppo. E sperimentare.

(Luca Conti, appunto, segnala in proposito alcune esperienze sulle quali riflettere: EditorsWeblog, Bbc e Project Red Stripe).

Tags:
  • Claudio |

    Sono d’accordo. Tutto il prodotto editoriale online a livello mondiale è in un grande vortice di cambiamenti, anche qui, come nella musica, una grande scommessa sui ricavi pubblicitari. E per farsi pagare occorreranno sempre motivi più convincenti per gli utenti.

  • Technology Hi-Tech Journal |

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