Prese dal panico per l’arrivo la perdita del loro controllo completo sul mercato dei film dovuta all’avvento di internet, le major hanno creduto a dati sbagliati sull’impatto della pirateria nel loro settore e fatto una campagna frenetica per combatterla. E ora lo ammettono.
Uno studio commissionato dalla Motion Picture Association of America nel 2005 registrava un dato allarmante: la pirateria dei film operata dagli studenti dei college americani era aveva causato il 44 per cento delle perdite dell’industria in America. Era un dato falso. E per ammissione della stessa Mpaa.
Il fatto è che due anni fa ci hanno creduto. E hanno lanciato una campagna di allarme che si è diffusa su tutto il pianeta. La strategia tenuta per anni dalle major è stata quella di colpevolizzare il loro pubblico. Come se fosse composto da ladri. Anche in Italia le persone che vanno al cinema e pagano il biglietto si sentono investite da spot di tono inquisitorio a dir poco, nei quali le major accusano chiunque di rubare i film.
Strategia sbagliata prendersela con i clienti. Dovuta a un vero e proprio panico. Le major non hanno capito internet per anni. E soprattutto non hanno capito quello che il pubblico stava dicendo: "ci piacciono i film, non ci piace il potere che i giganti della produzione di film esercitano su di noi". Le major avrebbero dovuto cogliere entrambe le parti di questo messaggio. Non lo hanno fatto per troppo tempo. Nella musica questo ha provocato una vera e propria crisi dalla quale le major faticheranno a sollevarsi. Nei film e nei telefilm non ancora. Il primo passo per evitarla sarà quello di trattare il pubblico con rispetto.