La doppia città contemporanea per Marc Augé

Scrive Marc Augé (Tra i confini. Città, luoghi, integrazioni. Bruno Mondadori. 2007):

"L’urbanizzazione si presenta sotto due aspetti contraddittori e al tempo stesso indissociabili.

Da un lato, il mondo diventa una città. A questo proposito, Paul Virilio parlata di ‘metacittà virtuale’, alludendo alla rete di comunicazioni che collega i grandi centri direzionali situati all’interno delle megalopoli (ed è davvero così: il mondo è governato dalle grandi imprese e dai centri che dettano la legge economica). Il mondo è una città, un’immensa città in cui si ritrovano ovunque le stesse grandi imprese economiche e finanziarie, gli stessi prodotti (…). In un certo senso, dunque, questo mondo-città lo abitiamo tutti.

Da un altro lato, la città, la grande città, rappresenta un mondo. Un mondo nel quale, però, gli schemi di uniformazione e di circolazione associati al mondo-città non funzionano più. La diversità della Terra, la diversità tra ricchi e poveri, la diversità etnica, culturale, d’origine, di condizione: nella grande città tutto si mescola. In essa ci scrontriamo con la diversità insita nel mondo e anche con tutti i problemi che cerchiamo di eliminare dal mondo-città. Nella città-mondo esistono la violenza, l’esclusione, i ghetti, i giovani e i meno giovani, le diverse generazioni, gli immigrati, i clandestini: in una parola, tutta la complessità e la disuguaglianza presenti nel mondo.

In un certo senso, il mondo città è l’ideale, l’ideologia del sistema della globalizzazione: l’idea che un domani tutto potrà circolare agilmente. La città-mondo incarna al contrario tutte le contraddizioni e le tensioni storiche generate da questo sitema: non è vero, infatti, che gli uomini e le merci circolano così facilmente. E la città è il luogo in cui si canalizzano tutte queste tensioni".

Anche internet è così. Come lo è un condominio. Macromondo e micromondo si assomigliano. Ma fino a un certo punto. Perché alcune persone sono esclusi o si autoescludono da uno o dall’altro. Alcuni sono connessi all’uno e all’altro mondo, altri no. Ma vedere l’insieme è la grande necessità, ormai, per tutti.

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