I ragazzi che fecero l'impresa

In Italia, forse, i garage costano troppo. Sicché il mito fondativo delle nuove aziende non è quello tipico della Silicon Valley, ma si svolge in una pletora di luoghi. Cantine e appartamenti, incubatori e stabilimenti dismessi. Persino i sotterranei medievali dei centri storici, come quello di Siena.

Tanti luoghi e diversi modelli. Ma anche in Italia, per i giovani che incontrano tante difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, una strada sempre più vera sembra essere quella della creazione di start-up.

«Ci siamo incontrati all'università. I libri più importanti sono state le storie dei nostri compagni. Vedevamo le vicende dei precari. Ammiravamo l'esempio di persone come Alessandro Dei, che ha fondato Studio21 e Nicola Raggi che ha creato LoadingLab. E così abbiamo deciso di seguire quella strada: e prima di finire l'università abbiamo fondato In.fact». Simone Tiberi, 26 anni, e Antonio Dell'Ava, 25 anni, insieme a Letizia Vaccarella, Marcello Pilego, Simona Marche, Simone Rotilli (tutti tra i 25 e i 28 anni), hanno creduto di potercela fare.

Hanno scelto di puntare sul web e di sviluppare una competenza nell'interaction design. Sono partiti nel marzo del 2010 e oggi hanno già abbastanza fatturato per pagarsi tutti uno stipendio mensile. Piccolo: ma tutto loro. Fanno installazioni, software per servizi mobili, siti web e soluzioni per creare ebook ricchi di contenuti da fruire con ogni tablet e reader. Tra i clienti, oltre al Monte de' Paschi di Siena, è recentemente arrivata anche Adelphi, editore esigente: il che, evidentemente, dimostra di una qualità del servizio importante.

Hanno una quantità di idee nel cassetto che riusciranno a realizzare. Con il loro umile coraggio e la luce negli occhi. È una storia comune. Come ce ne sono troppo poche.

(cfr. Nuove imprese che generano nuove imprese)