Con AppsBuilder chiunque abbia un computer connesso a internet si può costruire facilmente un’applicazione per iPhone e Android e offrirla al pubblico nell’App Store della Apple e nell’Android Marketplace di Google. Attualmente con AppsBuilder gli utenti realizzano più di 2.500 apps al mese.
Il bello è che questa soluzione è stata creata, nel 2010, da due studenti di ingegneria informatica del Politecnico di Torino, divenuti imprenditori: Daniele Pelleri e Luigi Giglio. Provata la tecnologia e visto che funzionava, Pelleri e Giglio hanno trovato sostegno finanziario e mentorship in Annapurna Ventures, di Massimiliano Magrini, e in The Net Value, di Mario Mariani.
Ora l’azienda funziona e fattura, grazie all’integrazione di un modello gratuito con un’offerta a pagamento: il popolare modello gratuito è pensato per chi preferisce realizzare una webapp, cioè un’applicazione che si usa con il browser dello smartphone; l’offerta a pagamento va da 19 a 49 e fino a 799 dollari, a seconda delle funzionalità richieste, per i servizi a valore aggiunto, compreso il supporto per pubblicare le apps sui negozi online di Apple e Google. Sono previsti pacchetti scontati per le applicazioni a scopo educativo.
Il caso di AppsBuilder esemplifica un’opportunità fondamentale per le prospettive dei giovani che fanno impresa: la rete è un mercato internazionale. In effetti, i due terzi delle richieste arrivano ad AppsBuilder dall’estero e il suo servizio è stato recensito da grandi organi di informazione globali sull’innovazione internettiana come TheNextWeb e TechCrunch. Il mondo del lavoro innovativo è grande. E, come mostra l’ultima edizione dell’Innovation Union Scoreboard, l’Italia è arretrata ma mostra segnali di crescita accelerata dal punto di vista dell’imprenditoria innovativa.