Chi abbia a cuore lo sviluppo di internet, per il contributo che offre alla crescita della libertà di espressione e di innovazione, sa che da anni si moltiplicano i segnali di allarme. Ma è difficile restare sempre all’erta. E mentre i motivi di preoccupazione, come in questi giorni, si moltiplicano, potrebbe arrivare un giorno in cui l’attenzione e la resistenza vengono meno. Lasciando campo libero alla restaurazione.
All’Itu si discute di sistemi di pagamento, neutralità della rete, censura e, come si legge nell’articolo qui sopra, non per allargare l’accesso e la libertà. Intanto, a Bruxelles, la vice presidente della Commissione, Neelie Kroes, sta prendendo in esame un progetto di innalzamento delle tariffe per l’accesso a banda larga che rischia di supportare l’offerta, ma frenare la domanda. E, dall’altra parte, i giganti internettiani, da Google ad Apple, da Facebook ad Amazon, sembrano coinvolti in una battaglia che li conduce a ridurre l’interoperabilità dei servizi, come mostrano le recenti vicende delle mappe di Google e Apple o della condivisione di fotografie tra Instagram e Twitter.
La dinamica innovativa resiste e sembra alimentata in questo periodo dai territori, compresi gli italiani, come mostrano i successi dell’open data in Lombardia o gli interventi a favore delle startup della Filas in Lazio, le iniziative di incubazione che si moltiplicano in Basilicata e Trentino, le novità editoriali locali, sull’esempio di VareseNews e delle webtv cittadine, e molto altro. Tutte iniziative che hanno bisogno di una regolamentazione stabile e di grande libertà e neutralità della rete.
L’allarme stanca l’attenzione. E la disattenzione facilita l’involuzione di un sistema delicato. Occorre pazienza e collaborazione. Anche in un’epoca tecnologicamente sofisticata, l’energia delle persone di buona volontà resta la risorsa più importante.
Pubblicato su Nòva24 di domenica 9 dicembre 2012