Content hackathon e buona educazione

Pubblicato su Nòva24 il 16 dicembre 2012

Hackathon: maratona di produzione di software. L’organizza di solito un’impresa per generare in poco tempo complesse innovazioni con la collaborazione di programmatori che accettano di mettersi in gioco. Il che avviene soprattutto se la sfida intellettuale è bella o se il software ha uno scopo sociale.

Il concetto si va generalizzando. Cominciano a diffondersi anche le "content hackathon". E spesso servono per creare libri di testo per le scuole che hanno bisogno di materiale di studio di grande qualità digitale a basso costo. Gli esempi sono numerosi. La Siyavula, azienda sudafricana, organizza eventi di questo tipo per costruire libri di matematica e scienze. L’americana Flat World Knowledge ha generato in questo modo un libro di informatica. E la Boundless ha realizzato così un libro di fisica. La trasformazione dell’editoria è profonda come mostra il servizio a pagina III. Ma anche se è partita dalla tecnologia non si esaurisce nella tecnologia. Il tema, oggi, è l’innovazione nella produzione di libri. Lo si vede particolarmente nei testi scolastici.

Ed è un’occasione di crescita per i paesi che non producono hardware ma contenuti. Ma c’è chi frena. Il caso di un progetto straordinario avviato in Sardegna con la supervisione scientifica del filosofo Silvano Tagliagambe è istruttivo. Si occupava, certo, di tecnologie, accesso e formazione. Ma soprattutto investiva milioni – pubblici – nella produzione di testi, modulari e riutulizzabili, coinvolgendo docenti, studenti ed editori. Per creare libri digitali innovativi in italiano, inglese e sardo. Ma il bando è stato lanciato e poi, purtroppo, bloccato. Peccato. Finanziando la produzione di testi avviava un’industria dei contenuti multimediali in Sardegna. Meglio cavalcare che frenare il cambiamento: la trasformazione, del resto, è avviata e non si fermerà.

Vedi: Università nel vortice internettiano